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La celiachia è una malattia infiammatoria dell'intestino tenue di origine autoimmune, che si manifesta dopo l'assunzione di glutine (complesso proteico contenuto in molti cereali come frumento, segale, orzo, farro, kamut.)1 in soggetti predisposti. Può presentarsi in ogni momento della vita di un individuo e sotto diverse forme: sintomatica e asintomatica (o silente).
Esiste una pillola per la cura della celiachia? Attualmente, l'unica terapia approvata per la celiachia è la dieta senza glutine. Tuttavia, sono in corso ricerche per sviluppare nuove terapie farmacologiche, come la pillola per la celiachia, che potrebbe curare la malattia o ridurre i danni causati dal glutine se assunto accidentalmente.
Proviamo in questo articolo ad approfondire alcuni aspetti importanti.
1 Esistono delle pillole anti-celiachia?
2 Terapie alternative: dove sta andando la ricerca?
3 Frumento OGM: è collegato alla celiachia?
4 Terapie enzimatiche per la celiachia
La pillola celiachia è al centro dello sviluppo di nuove terapie farmacologiche, pensate per alleviare il carico della malattia, migliorare il benessere a lungo termine e prevenire complicanze. Al momento, però, non esistono terapie approvate per trattare la celiachia.
Esistono comunque integratori alimentari che possono supportare i pazienti celiaci nella gestione dell'assunzione accidentale di glutine. Questi integratori sono progettati per ridurre il glutine nello stomaco, impedendo che raggiunga il duodeno, una parte dell'intestino. L'uso di tali integratori deve accompagnarsi sempre alla dieta "gluten-free" e deve essere concordato con il proprio medico, considerando la gravità della malattia.
Attualmente, la cura per celiaci si basa esclusivamente sull'eliminazione del glutine dalla dieta, ma sono in corso ricerche per trovare nuove cure per celiachia che possano offrire soluzioni per gestire la condizione. Quindi, l'unico trattamento disponibile per un paziente celiaco è una dieta rigorosamente priva di glutine.
La dieta può essere però molto costosa e troppo impegnativa per alcuni pazienti che non riescono ad aderire perfettamente all’indicazione terapeutica. Per ridurre le spese sanitarie legate alla gestione della celiachia, una volta confermata la diagnosi tramite i test appropriati, viene rilasciato al paziente il certificato di esenzione celiachia con il codice 059. Questo certificato include un piccolo rimborso mensile sotto forma di buoni spesa per l'acquisto di alimenti senza glutine.
Se il paziente non si attiene alla dieta senza glutine, l'intestino non guarisce completamente e continua a soffrire di sintomi (per conoscere i sintomi specifici per i bambini vai qui) e alterazioni.
In ogni caso, la contaminazione è uno dei fattori che mette maggiormente a rischio la salute di ogni persona affetta da celiachia.
Fin dagli anni '80, gli esperti si concentrano sullo studio della malattia celiaca, con particolare attenzione alle terapie alternative per la celiachia, mirate a migliorare la gestione della condizione e prevenire complicazioni.
In un'intervista del luglio 2021, il Professor Ludvig M. Sollid, Ordinario di Immunologia all'Università di Oslo, e il Gastroenterologo Knut E. A. Lundin della stessa istituzione, hanno discusso le attuali direzioni della ricerca sulla celiachia.
È emerso che circa 30 aziende farmaceutiche stanno lavorando su terapie innovative, come una pillola o un vaccino contro la celiachia. Attualmente, uno di questi studi è particolarmente vicino all'obiettivo.
La ricerca ha testato una pillola che inibisce l'enzima transglutaminasi, il principale responsabile della reazione autoimmune che causa i danni intestinali tipici della celiachia.
Questa nuova terapia sembra molto promettente, ma sarà necessario aspettare ancora qualche anno per comprendere se sia davvero efficace, solo successivamente potrà essere approvata e commercializzata.
Quindi, per chi cerca una cura per la celiachia, è importante sapere che ad oggi l'unica soluzione valida è la dieta senza glutine, ma la comunità scientifica è impegnata nello sviluppo di cure per celiaci che potrebbero in futuro cambiare radicalmente il trattamento della malattia.
Una ricerca recente ha tentato di rispondere alla domanda: l’aumento delle diagnosi di celiachia può essere correlato all’introduzione del grano OGM (Organismo Geneticamente Modificato)?
Molti studiosi avanzano infatti l’ipotesi che i due eventi siano collegati, ritenendo che nel frumento OGM il contenuto di glutine sia maggiore.
I ricercatori affermano di non aver trovato prove evidenti di un aumento del contenuto di glutine nel frumento prodotto negli Stati Uniti durante il 20° secolo e se c'è stato davvero un aumento della celiachia durante la seconda metà del secolo, non sembra essere questa la causa.
Il gruppo di lavoro ha anche ritenuto necessario evidenziare che sussistono altri fattori, come l'assunzione giornaliera pro capite di glutine, le variazioni delle diete in relazione alla quantità e ai tipi di frumento consumati, la genetica del frumento e le pratiche agronomiche (come la concimazione azotata), che influiscono sul contenuto proteico dell’alimento. Tali fattori potrebbero contribuire a determinarne la "tossicità" per quei soggetti con predisposizione genetica alla celiachia e pertanto dovranno essere effettuate ulteriori ricerche in questa direzione.
Nella terapia enzimatica oggi in uso, viene somministrato per via endovenosa , al paziente l’enzima mancante o l’inibitore necessario a controllare i sintomi della malattia. Non si tratta quindi di una cura vera e propria ma piuttosto di un supporto che può garantire una parziale o totale riduzione dei sintomi. Si tratta di un trattamento molto promettente ancora in fase di sperimentazione che viene utilizzato anche per alcune patologie di origine genetica (come le mucopolisaccaridosi).
Le terapie enzimatiche per la celiachia sono attualmente le più promettenti. Alcuni anni fa un gruppo di ricercatori tedeschi è riuscito a creare un inibitore per enzima transglutaminasi e oggi, come già accennato, un gruppo di ricerca norvegese è vicino all’obiettivo di trasformare questa scoperta in una terapia orale.
Riuscire a bloccare questo enzima può limitare la produzione degli anticorpi che determinano il danno a livello dei villi intestinali. Testata con la collaborazione di diversi centri in tutta Europa, questa terapia sembra avvicinarci alla possibilità di divenire presto la prima terapia per la celiachia.
La ricerca va avanti e richiede tempo, ma le premesse sono incoraggianti.
1 Celiachia- Informazioni Generali. ISS, Epicentro
2 Future Therapies for Celiac disease. Celiac Disease Foundation.
3 König J, Holster S, Bruins MJ, Brummer RJ. Randomized clinical trial: Effective gluten degradation by Aspergillus niger-derived enzyme in a complex meal setting. Sci Rep. 2017;7(1):13100.
4 Wei G, Helmerhorst EJ, Darwish G, Blumenkranz G, Schuppan D. Gluten Degrading Enzymes for Treatment of Celiac Disease. Nutrients.
5 Schuppan D, Mäki M, Lundin KEA, Isola J, et al. A Randomized Trial of a Transglutaminase 2 Inhibitor for Celiac Disease. N Engl J Med. 2021 Jul 1;385(1):35-45.
6 Mucopolisaccaridosi, Ospedale Bambin Gesù
7 Kasarda DD. Can an increase in celiac disease be attributed to an increase in the gluten content of wheat as a consequence of wheat breeding?. J Agric Food Chem. 2013;61(6):1155-1159.