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Quando parliamo di emangioma siamo soliti pensare a quello vertebrale, infantile, osseo, capillare, cavernoso, cutaneo, epatico... ma a quello della coroide? Di rado ci soffermiamo su questa patologia. Questo tumore benigno, che colpisce il tessuto di rivestimento dei vasi sanguigni, può infatti svilupparsi in qualunque zona del corpo, manifestandosi come un nodulo di capillari superficiale o profondo.

Come riconoscere dunque questo emangioma dell'occhio? Come è fatto e come si cura? Ne abbiamo parlato con il dottor Carlo Mosci, Direttore della S.C. Oculistica oncologica dell'Ente Ospedaliero Ospedali Galliera.

 

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1. Dottore, cos'è dunque l'emangioma della coroide?

Si tratta di una malattia molto rara, di cui si conoscono una variante diffusa e una localizzata. La prima tipologia non è molto frequente, ma è estremamente diffusa tra chi ha un emangioma esteso su quasi tutto il volto. In questo caso la vista viene fortemente compromessa ed esiste la forte possibilità che si formino glaucomi: la cura della patologia non è affatto semplice e si rende necessaria la radioterapia sull'intero occhio. 

Più frequente l'emangioma localizzato: si tratta di un tumore che si sviluppa esclusivamente sul tessuto vascolare interno dell'occhio, senza diffondersi nelle aree circostanti e creare metastasi. Anche in questo caso, la malattia non ha un'incidenza particolarmente alta, dato che si registrano ogni anno tra gli 80 e i 100 nuovi casi. 

 

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2. Come si riconosce l'emangioma dell'occhio? A che età insorge?

Non ci sono sintomi specifici: il disturbo si sviluppa nella parte centrale dell'occhio della persona affetta, che ha la percezione immediata di vedere meno e peggio del solito. Il liquido che si forma infatti all'interno del tumore causa la sensazione di vedere sott'acqua

L'età dell'insorgenza non è particolarmente alta, dal momento che il disturbo si manifesta intorno ai 30 - 40 anni, distribuendosi in maniera equa tra i due sessi. Spesso la diagnosi e la cura riescono ad essere tempestive proprio per questo motivo: di rado una persona giovane si sottopone a visite frequenti, ma un disturbo importante della vista può rappresentare un ostacolo quotidiano particolarmente invalidante e fastidioso.

 

3. Come si diagnostica questo emangioma? 

Il metodo principale di diagnosi è l'angiografia: si iniettano nel paziente due coloranti particolari, che si localizzano nella parte dell'occhio interessata dal disturbo, dando un quadro molto preciso e significativo dell'avanzamento della patologia. Curare tempestivamente il tumore può infatti impedire che l'angioma riduca ulteriormente la vista del paziente.

 

4. Come si cura? 

L'emangioma può essere curato attraverso una terapia laser particolare, detta foto-dinamica, utilizzata anche in altre situazioni non riguardanti gli occhi. Consiste nella somministrazione di un farmaco foto-sensibilizzante che si attiva con l'assorbimento della luce di una determinata lunghezza d'onda. E' un trattamento molto efficace e di semplice esecuzione, dato che può essere ripetuto dopo sei mesi e si può effettuare in ambulatorio; tuttavia, perde di efficacia e non è indicato se si sono verificate già complicanze maggiori come il distacco della retina o se il tumore ha raggiunto grandi dimensioni. 

In questo caso si ricorre alla radioterapia con protoni, considerata un "gold standard" per questa tipologia di tumori. La radioterapia raggiunge infatti un'efficacia del 100% senza dare effetti collaterali, dal momento che la dose di protoni utilizzata è minima, il tumore molto sensibile e può essere facilmente integrata ad un primo trattamento foto-dinamico. 

 

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5. Può essere associato ad altre patologie, come spesso avviene tra diabete e malattie oculari? 

Sicuramente no per quanto riguarda l'emangioma localizzato: la lesione interessa soltanto l'occhio e non viene influenzata nemmeno da fattori ambientali.

Intervenire tempestivamente con un controllo o una visita specialistica può quindi aiutare a prevenire l'avanzamento del disturbo: non trascurate anomalie o fastidi e rivolgetevi prontamente al vostro medico! Ringraziamo il Dottor Mosci per aver condiviso con noi le sue competenze e la sua esperienza. 

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In collaborazione con Dr. Carlo Mosci

Direttore della S.C. Oculistica oncologica dell'Ente Ospedaliero Ospedali Galliera


Dr. Carlo Mosci
Autore

Dr. Carlo Mosci

Direttore della S.C. Oculistica oncologica dell'Ente Ospedaliero Ospedali Galliera.