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8' Lettura

La scuola rappresenta il contesto in cui i bambini e le bambine affetti da dislessia possono affrontare le prime sfide. La dislessia è un disturbo specifico dell'apprendimento che colpisce in modo particolare le abilità di lettura e scrittura, creando difficoltà nella memorizzazione e nell'esecuzione dei compiti. Tuttavia, esistono numerose strategie che possono essere adottate sia a scuola che a casa per sostenere gli studenti e le studentesse con dislessia.

Ne parliamo nel nostro approfondimento.

Indice

  1. Quali sono le strategie per la dislessia attuabili a scuola?
  2. Quali sono le strategie per la dislessia attuabili a casa?
  3. Interventi personalizzati: il ruolo degli specialisti

Bambina con dislessia a scuola

1. Quali sono le strategie per la dislessia attuabili a scuola?

1.1 Qual è il ruolo delle e degli insegnanti

Il ruolo cruciale degli insegnanti nella gestione dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) all'interno dell'ambiente scolastico è essenziale per garantire un percorso educativo inclusivo ed efficace per tutti gli studenti.

La Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 riconosce la dislessia come disturbo specifico dell'apprendimento, insieme a disortografia, disgrafia e discalculia, e sottolinea l'importanza di individuare precocemente bambini e bambine che potrebbero presentare tali disturbi. Una volta identificati, è fondamentale che gli insegnanti adottino un approccio didattico individualizzato e personalizzato per favorire il successo formativo degli studenti con DSA.

Questo approccio determina per la giovane persona con DSA le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento perché:

  • la didattica individualizzata: pone obiettivi comuni per tutti i membri del gruppo classe adattando le metodologie di insegnamento in funzione delle caratteristiche di apprendimento individuali;
  • la didattica personalizzata: permette a tutte le persone della classe di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e predisposizioni calibrando l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sull'unicità a livello personale.1

Un elemento fondamentale per garantire un'efficace strategia educativa e didattica è il Piano Didattico Personalizzato (PDP). Questo strumento, obbligatorio per gli studenti con DSA, viene redatto dalla scuola per definire interventi e strategie mirate a favorire il processo di apprendimento. Il PDP è un documento condiviso con le famiglie, contenente informazioni sul disturbo, sulle attività didattiche personalizzate, sulle misure dispensative e sugli strumenti compensativi da utilizzare, oltre a prevedere forme di verifica e valutazione personalizzate.

Ma quali sono questi interventi e strategie? Continua la lettura per scoprirlo.

1.2. Utilizzare misure dispensative 

Le misure dispensative sono interventi che consentono all’alunno/a con dislessia di non svolgere alcune attività che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. È importante dunque che la misura dispensativa sia valutata sulla base dell'effettivo impatto del disturbo dell'attività richiesta per non creare percorsi involontariamente facilitati e non differenziare gli obiettivi didattici.

Le più misure dispensative includono:

  • dispensare da lettura ad alta voce dato che tale forma di esercizio, per via del disturbo, non migliora la prestazione nella lettura e potrebbe, invece, sottoporre studenti e studentesse con dislessia a disagio di fronte al resto della classe;
  • calibrare il tempo o il materiale di lavoro per lo svolgimento di una prova: poiché la dislessia impegna studenti e studentesse per più tempo nella fase di decodifica degli oggetti di un compito;
  • dispensare lo/a studente dalla memorizzazione, là dove ci sia una difficoltà su questo tipo di attività, e permettere l’utilizzo di strumenti compensativi come tabelle di regole, formulari, mappe concettuali per facilitare le attività mnemoniche;
  • dispensare, dove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta può essere un valido aiuto per gli studenti con DSA, poiché la dislessia potrebbe rendere più complesso l'apprendimento di una lingua straniera attraverso la scrittura;
  • ridurre l'assegnazione dei compiti a casa è un'altra strategia importante, poiché i bambini con dislessia potrebbero impiegare più tempo del normale per completare le attività scolastiche con conseguente affaticamento;
  • prevedere interrogazioni programmate può aiutare a ridurre l'ansia da prestazione degli studenti con DSA, consentendo loro di prepararsi in modo più efficace e di mostrare le proprie competenze in un contesto meno stressante.1-2
Insegnante a scuola che aiuta bambino con dislessia

1.3. Utilizzare strumenti compensativi 

Gli strumenti compensativi sono dispositivi, digitali o cartacei, che permettono a studenti e studentesse con dislessia di compensare le proprie difficoltà e raggiungere gli obiettivi di apprendimento. Questi strumenti devono essere utilizzati sia a scuola che a casa, seguendo le indicazioni del PDP e promuovendo l'autonomia dello/a studente nell'utilizzo. 

Ne vengono creati sempre di nuovi che possono essere sperimentati per identificare quelli più efficaci per le caratteristiche specifiche del disturbo del singolo bambino o bambina. Tra gli strumenti compensativi più utilizzati ci sono:

  • computer con programmi di videoscrittura con correttore ortografico che sollevano lo/a studente dall’affaticamento della rilettura;
  • computer con programmi di sintesi vocale che trasforma un compito di lettura in compito di ascolto;
  • registratore, che consente all’alunno/a di non prendere appunti a lezione;
  • audiolibri; 
  • mappe concettuali o mentali che permettono un apprendimento visivo;
  • tabelle dei mesi, dell’alfabeto o di formule;
  • calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo.1-2

1.4. Valutare i bambini con dislessia in modo alternativo

Secondo la normativa, la valutazione degli studenti con dislessia deve rispecchiare gli interventi educativi definiti nel PDP.

Le linee guida raccomandano di

  • valutare il contenuto, la presentazione e la capacità di elaborazione, piuttosto che concentrarsi sugli errori di trascrizione e ortografici. Nelle prove di matematica, ad esempio, è importante premiare la correttezza nei passaggi di calcolo anziché penalizzare errori di forma;
  • è essenziale considerare il punto di partenza, i progressi compiuti e le specifiche difficoltà evidenziate dagli errori ricorrenti;
  • non dovrebbe essere preso in considerazione il tempo aggiuntivo impiegato e, in caso di insufficienza dovuta al disturbo in una prova scritta, è possibile offrire un'alternativa come una prova orale.1-2

1.5. Creare un ambiente inclusivo per bambini/e con dislessia

La didattica inclusiva rappresenta una risposta alle sfide poste dalle classi numerose e dalle diverse esigenze degli studenti. Essa si basa sull'equità, ossia sul permettere a tutti di raggiungere gli obiettivi di apprendimento

Per raggiungere questo obiettivo è importante essere consapevoli, e condividere con il gruppo classe, che strumenti compensativi e misure dispensative permettono a bambini e bambine con dislessia di performare alla pari dei compagni e non sono un modo per facilitare lo svolgimento dei compiti. 

Allo stesso tempo, è importante evitare la stigmatizzazione degli studenti con DSA sensibilizzando il gruppo classe affinché comprenda le esigenze dei loro compagni con DSA evitando situazioni di disagio o discriminazione. Questo può essere ottenuto, ad esempio, attraverso la condivisione di film e libri sulla dislessia.1-2

Chiarezza intorno al tema della dislessia, dunque, è essenziale per evitare che bambini e bambine con dislessia si sentano inadeguati e diversi, compromettendo il proprio rendimento e l’autostima. 

2. Quali sono le strategie per la dislessia attuabili a casa?

I genitori giocano un ruolo fondamentale nel supportare l'apprendimento dei loro figli con DSA. È importante, infatti, che favoriscano una collaborazione efficace con la scuola e che creino un ambiente e una strategia di studio adatti e supportare il bambino o la bambina nella gestione delle sue difficoltà.1-3

Vediamo questi aspetti più in dettaglio.

2.1. Favorire l’alleanza tra famiglia e scuola

Le linee guida ministeriali riguardo i DSA suggeriscono un’attiva collaborazione tra genitori e insegnanti a partire dalla partecipazione a colloqui, che possono avere cadenza mensile o bimestrale. 

È importante, inoltre, che i genitori siano adeguatamente informati e consapevoli di quanto previsto dal PDP e contribuiscano attivamente al raggiungimento degli obiettivi indicati attraverso la messa in pratica delle strategie indicate e condivise. Secondo le linee guida ministeriali, la famiglia ha l’obbligo di:

  • sostenere la motivazione e l’impegno del bambino o della bambina verso le attività scolastiche;
  • verificare regolarmente lo svolgimento dei compiti senza sostituirsi al figlio o alla figlia, ma fornendo un adeguato supporto;
  • verificare che vengano portati a scuola i materiali richiesti;
  • incoraggiare un grado sempre maggiore di autonomia.1-3

2.2. Il ruolo dell’ambiente di studio adatto

Creare un ambiente adatto allo studio è fondamentale per un/a bambino/a dislessico/a dato che mantenere la concentrazione è una delle difficoltà principali per i piccoli che hanno un problema di dislessia. Un ambiente adeguato deve pertanto essere ben organizzato e limitare al minimo le distrazioni, ad esempio, collocato lontano da giocattoli o dalla televisione.1-3

Mamma che aiuta bambino con dislessia a fare i compiti

2.2. Pianificare e svolgere i compiti 

Gli adulti possono supportare i bambini e le bambine nel loro percorso scolastico anche aiutandoli anche in altri step importanti per la formazione scolastica come:

  • la pianificazione dei compiti: aiutare il bambino o la bambina a pianificare i compiti può contribuire a migliorare l’organizzazione delle attività rendendole più sostenibili partendo, ad esempio, dai compiti più complessi e faticosi e includendo un numero adeguato di pause per evitare un sovraccarico eccessivo;
  • lo svolgimento dei compiti: i genitori possono aiutare il bambino o la bambina nello svolgimento dei compiti identificando insieme a loro strumenti e strategie che vanno a facilitarne lo svolgimento. Allo stesso tempo, gli adulti della famiglia possono rendere lo svolgimento dei compiti un momento stimolante per la loro curiosità e creatività, ad esempio, attraverso l’utilizzo di giochi, immagini mentali e storie.1-3

2.3. Supportare emotivamente bambini e bambine con dislessia

Infine, un ruolo fondamentale spetta ai genitori nell'offrire sostegno emotivo ai loro piccoli, aiutandoli a comprendere le proprie sfide e valorizzando i loro punti di forza. Questo permette loro di sviluppare un senso di autonomia sano e una buona autostima.

A volte, i genitori potrebbero sentirsi tentati di assumere il controllo delle attività scolastiche dei loro figli per proteggerli dagli effetti negativi del disturbo sulla loro energia e stato emotivo. Tuttavia, è consigliabile che acquisiscano una profonda comprensione del funzionamento individuale dei loro bambini, offrendo sostegno nell'affrontare emozioni negative, riconoscendo i segnali di stanchezza e aiutandoli a gestire la fatica e lo sconforto. Trasmettere serenità, incoraggiamento e celebrare i successi sono modi preziosi per sostenere i propri figli in modo efficace.1-3

3. Interventi personalizzati: il ruolo degli specialisti

Per supportare un/a bambino/a con dislessia è possibile, e talvolta consigliato, rivolgersi a un team multidisciplinare di specialisti che possa valutare il bambino o la bambina e fornire un piano di intervento individualizzato. 

La collaborazione tra diversi specialisti, infatti, permette di sviluppare una strategia di supporto completa adattando il piano di intervento alle necessità, ma anche i progressi, e coinvolgere insegnanti e genitori per supportare adeguatamente il bambino o la bambina a raggiungere il suo pieno potenziale. 

Ecco alcuni degli specialisti a cui è possibile rivolgersi:

  • Pedagogista: è la figura che può elaborare il PDP in collaborazione con la scuola, insegnare strategie di apprendimento e studio su misura del bambino o della bambina, ma anche fornire consulenze ai docenti sulla gestione della dislessia in classe;
  • Tutor DSA: può affiancare il bambino o la bambina nello svolgimento dei compiti a casa applicando le strategie di apprendimento insegnate dal personale specializzato in logopedia o pedagogia, ma anche monitorare i progressi;
  • Logopedista: può intervenire sulle difficoltà di lettura, scrittura e decodifica del linguaggio insegnando strategie per migliorare il processo di lettura-scrittura e sulle abilità linguistiche;
  • Psicologo/a: può valutare, ed eventualmente intervenire, sulle difficoltà emotive e comportamentali legate alla dislessia offrendo un supporto al bambino o alla bambina, ma anche alla famiglia;
  • Neuropsichiatra infantile: specialista coinvolto nella diagnosi della dislessia, può partecipare anche nello sviluppo delle strategie di gestione del disturbo.

4. Fonti

  1. Linee Guida MIUR sui DSA, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
  2. Decalogo per Insegnanti, Associazione Italiana Dislessia 
  3. La dislessia a scuola, Associazione Italiana Dislessia

 


Federica La Russa, PhD
Autore

Federica La Russa, PhD

Neuroimmunologa e medical writer in ambito healthcare. Laureata in Biotecnologie Mediche e dottorata in Neuroscienze, si occupa di comunicazione medico scientifica per operatori sanitari, pazienti e il pubblico generalista.