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L’insonnia infantile è un problema diffuso e può avere svariate cause. Spesso i bambini faticano ad addormentarsi o hanno frequenti risvegli notturni. Notti di bimbi che piangono e non dormono possono sfinire anche i genitori, peggiorando la salute e la qualità di vita dell’intera famiglia. Nell’articolo tutto su come gestire bambini insonni e aiutarli a ritrovare la via del sonno felice

Indice

  1. Introduzione all’insonnia nei bambini
  2. Quali sono le cause dell’insonnia nei bambini?
  3. Quali sono i sintomi comuni dell’insonnia nei bambini?
  4. Quali rimedi usare per favorire il sonno nei bambini?
  5. Quando consultare il pediatra?

1. Introduzione all’insonnia nei bambini

L’insonnia nei bambini rientra all’interno dei disturbi del sonno in età pediatrica. E’ tanto diffuso da interessare circa il 20-30% dei piccoli entro i due anni, e il 15% dopo i tre anni e per tutta l’età scolare. L’insonnia si verifica quando il fisiologico ciclo sonno-veglia si altera, causando sia difficoltà nell’addormentamento che frequenti risvegli notturni e, spesso, risvegli mattutini precoci. 

L’insonnia può essere episodica, e presentarsi sporadicamente per 1-2 notti, oppure prolungarsi per settimane fino a diventare cronica. Considerando che i bambini in età prescolare dovrebbero dormire 11-13 ore, e 9-11 in età scolare, è chiaro come la perdita di preziose ore di riposo notturno possa rappresentare una minaccia per il loro benessere e per il sano sviluppo psico-fisico e cognitivo. 

L’insonnia cronica di figli/e piccoli/e può avere ripercussioni anche sulla vita familiare e sulla salute genitoriale, specialmente materna, con un rischio maggiorato di depressione. Per tale ragione è essenziale non trascurare il problema, bensì prendere le necessarie contromisure per aiutare il/la bambino/a a ripristinare il naturale ciclo del sonno e tornare a dormire bene.1,2 

Insonnia bambini

2. Quali sono le cause dell’insonnia nei bambini?

Le cause dell’insonnia in età pediatrica possono essere svariate. All’origine dell’ alterazione del ciclo sonno-veglia possono esserci patologie neurologiche o psichiatriche, ma spesso il sonno viene disturbato da fattori ambientali o legati al contesto familiare

Di seguito un elenco di alcune tra le più comuni cause e fattori di rischio dell’insonnia nei bambini:

  • ansia;
  • dolore o stress, anche dovuti ad una malattia fisica i cui sintomi svegliano il/la bimbo/a nella notte, come ad esempio la tosse allergica o il reflusso esofageo;
  • essere primogeniti/e o figli/e unici/e è un fattore di rischio statisticamente rilevante;
  • avere altri disturbi del sonno come le apnee notturne con russamento o gli incubi notturni;
  • assunzione di farmaci tra cui il cortisone;
  • abitudini genitoriali quali il cosleeping, il dormire insieme al/la bambino/a nel lettone, o il correre a coccolarlo/a durante i risvegli notturni. Tali comportamenti finiscono per peggiorare la tendenza all’insonnia;
  • allattamento al seno, rispetto a quello con il latte artificiale;
  • depressione post partum materna;
  • predisposizione genetica;
  • cattiva igiene del sonno, come l’andare a letto troppo tardi o ad orari sempre diversi, o l’abitudine a guardare la tv o usare dispositivi tecnologici e digitali fino a tarda sera;
  • bassa adattabilità al contesto, sistema nervoso eccitabile, e altre caratteristiche del temperamento del bambino/a influiscono negativamente sul sonno.1,2

Non esiste un solo tipo di insonnia, per conoscerli tutti leggi l’articolo “I diversi tipi di insonnia: scopri qual è il tuo.

3. Quali sono i sintomi comuni dell’insonnia nei bambini?

In base all’età i sintomi e le caratteristiche dell’insonnia infantile cambiano. In generale, questo disturbo del sonno si manifesta con risvegli notturni frequenti o con difficoltà nell’addormentamento. Possono pertanto verificarsi le seguenti situazioni:

  • il/la bambino/a si addormenta solo grazie a rituali specifici che devono essere riprodotti anche durante i risvegli notturni. Questa forma di insonnia è frequente in fase neonatale;
  • il/la bambino/a rimanda con varie scuse il momento dell’andata a letto stabilita dai genitori o si mostra irritato/o e nervoso/a, alzandosi di continuo. Quando il sonno sopraggiunge non si verificano altri risvegli, ma la durata è comunque inferiore a quanto necessario per età. Questi comportamenti sono frequenti in età prescolare e scolare;
  • simile alla precedente, è l’insonnia iniziale dovuta al ritardo nell’addormentamento indipendentemente dall’ora in cui il/la bambino/a va a letto. In questi casi il risveglio al mattino diventa faticoso e può insorgere sonnolenza diurna associata ad irritabilità.

L’insonnia notturna causa nel/la bambino/a o adolescente sintomi e conseguenze sulla salute e sullo sviluppo cognitivo e comportamentale che si manifestano sia a scuola che nella vita familiare e sociale, tra cui:

  • tendenza all’obesità;
  • disturbi del comportamento tra cui aggressività e bullismo, ma anche sindrome da iperattività e deficit di attenzione (ADHD);
  • disturbi dell’apprendimento;
  • facilità alla distrazione;
  • in adolescenza maggiorato rischio di disturbi psichiatrici tra cui: dipendenze da sostanze o da alcol, depressione.2

Cosa succede se l’insonnia insorge prima della nascita del bambino? Può influire sulla salute materna e fetale? Ne parliamo nell’articolo “Insonnia in gravidanza: dormire meglio è possibile.

 
Insonnia-bambini

4. Quali rimedi usare per favorire il sonno nei bambini?

Il trattamento dell’insonnia infantile dipende dall’età in cui si presenta, dalla durata e dalle cause possibili. La prima linea di intervento per combattere l’insonnia prevede semplici rimedi e comportamenti da mettere in atto a casa per aiutare il/la proprio/a bimbo/a a trascorrere notti di sonno lunghe e tranquille. Tra questi:

  • evitare il consumo di cole, bevande e cibi eccitanti tra cui tè, e cioccolato nelle otto ore precedenti l’andata a letto;
  • evitare cene tardive a base di pasti pesanti. Meglio cenare presto e semmai proporre uno snack leggero o una bevanda rilassante, come camomilla o latte, per favorire il sonno;
  • separare le attività diurne da quelle serali che precedono il sonno, inclusi i compiti;
  • dotarlo/a di un oggetto rassicurante che favorisca il sonno;
  • evitare di farlo/a addormentare in braccio;
  • far sì che il/la bimbo/a non beva tanta acqua a ridosso dell’ora della nanna, per evitare che il bisogno di urinare lo/a svegli;
  • creare un ambiente favorevole al sonno nella cameretta, controllando che temperatura, umidità e insonorizzazione siano ottimali. Letto, materasso e cuscino devono essere confortevoli e antiallergici. Se il/la bambino/a ha paura del buio basta illuminare debolmente la stanza con adesivi fluorescenti da attaccare al soffitto o alle pareti, o lampade led della buona notte;
  • tenere spenti e possibilmente fuori dalla cameretta dispositivi tecnologici, tv, e accessori digitali tra cui le sveglie;
  • creare una routine del sonno che includa attività rilassanti e piacevoli come il bagnetto, la scelta del pigiama, l’ascolto di una fiaba o di una filastrocca. L’ora della nanna e quella del risveglio dovrebbero essere sempre le stesse.1,2,3

5. Quando consultare il pediatra?

A volte l’insonnia in età pediatrica deve essere trattata medicalmente. La prima figura di riferimento per la diagnosi e il piano terapeutico è il/la pediatra, secondariamente un/a neuropsichiatra infantile o psicologo/a. Questo tipo di intervento si rende necessario di fronte ad insonnia cronica, da sola o associata ad altri disturbi del sonno, che non si risolve con i soli rimedi casalinghi. 

I genitori possono rivolgersi al/la medico/a quando la deprivazione del sonno e la sua cattiva qualità siano spia o causa di problemi di salute, mentali o comportamentali, che vanno indagati. In questi casi è possibile che alle regole di igiene del sonno e di rieducazione al sonno debba essere associato un percorso di psicoterapia o una cura farmacologica a breve termine a base di:

  • derivati antistaminici;
  • melatonina;
  • antidepressivi triciclici, prescritti  in rari casi per gli importanti effetti collaterali;
  • benzodiazepine, usate con molta cautela in età scolare o adolescenziale;
  • integratori di ferro, utili nei disturbi del sonno associati ad anemia;
  • imidazopiridine, da somministrare solo dopo i 12 anni;
  • triptofano.1,2,3 

Fonti

  1. WebMD, Sleep Disorders in children 
  2. Angriman, Marco & Bruni, Oliviero. (2015). Insonnia nel bambino-Insomnia in children. Medico e bambino. 
  3. MyHealth Alberta, Insomnia in Children: Care Instructions 

Dott.ssa Paola Perria

Autore

Dott.ssa Paola Perria

Giornalista e medical writer, si occupa, da oltre dieci anni, di contenuti divulgativi per il web focalizzati su sanità, alimentazione, stile di vita e benessere con un taglio inclusivo.