Negli ultimi decenni, il cinema ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel sensibilizzare il pubblico su tematiche legate alla salute e al benessere. Grazie alle sue caratteristiche uniche di immediatezza e rappresentazione della realtà, il cinema ha il potere di coinvolgere emotivamente gli spettatori e di sollevare dibattiti su argomenti cruciali legati alla malattia e al disagio fisico e mentale.
Scopriamo insieme in che modo il Parkinson è stato rappresentato sul grande schermo e quali sono i film che possono contribuire a comprendere e accettare la malattia attraverso la sensibilizzazione.
Indice
- Sostegno, speranza e accettazione in "Amore e altri rimedi"
- Riflessione sull'impatto della malattia nelle relazione in "Una fragile armonia"
- Documentari sul Parkinson: "Still, la storia di Micheal J.Fox
1. Speranza e accettazione in "Amore e altri rimedi"
I film che trattano di malattie spesso esplorano il processo emotivo che accompagna la diagnosi e la convivenza con la malattia. La speranza e l'accettazione emergono come temi centrali, offrendo spunti di riflessione sulla resilienza umana e sul valore dell'amore e del sostegno nelle sfide legate alla salute.
Solitamente il Parkinson si manifesta in persone dai cinquant'anni in su, mentre accade raramente che a soffrirne siano persone giovani, come nel film "Amore e altri rimedi" (2010) diretto da Edward Zwick. Nella pellicola, la protagonista Maggie (interpretata da Anne Hathaway), affetta dalla Malattia di Parkinson al primo stadio, conosce Jamie (Jake Gyllenhaal), un uomo ambizioso intento a fare carriera come informatore scientifico di una grande azienda farmaceutica. Inizialmente la relazione tra i due, non in cerca di alcuna stabilità di coppia, sembra non risentire della malattia della ragazza. Ma come un buon film d’amore che si rispetti, Maggie e Jamie finiscono per innamorarsi.
Andando oltre la trama da classica commedia americana, i due protagonisti diventano portavoce di un problema legato alla quotidianità di numerose persone: esistono migliaia di coppie che affrontano insieme giorno dopo giorno il problema del deterioramento fisico e psicologico, della debolezza muscolare e dei tremori sempre più evidenti, dell’imminente perdita dell’autosufficienza e, infine, persino della morte.
Il tema della speranza è ricorrente in questo genere di film che si concentrano inizialmente sul processo di rabbia e negazione vissuto sia da parte di chi ne è affetto sia da parte dei familiari per giungere, sul finale, all’accettazione della malattia stessa. Un percorso interiore, questo, che risulta spesso più difficile da affrontare per i caregiver in quanto si trovano a dover accettare non soltanto la malattia di una persona cara a cui si vuole bene, ma anche la frustrazione legata all’impossibilità di intervenire, laddove appunto non c’è una reale possibilità di cura.
Il film "Amore e altri rimedi" si pone quindi l'intento di affrontare un problema reale sotto le spoglie della commedia romantica per eccellenza, lasciando in sospeso un finale prevedibilmente realista e cercando di mostrare quella parte bella e, forse anche possibile, della vita in cui ci si lega alla speranza.
2. Riflessione sull'impatto della malattia nelle relazioni professionali in "Una fragile armonia"
Un altro celebre film che tratta il Parkinson, ma con occhi diversi, è "Una fragile armonia" (2012) diretto dal documentarista Yaron Ziberman, un film che vanta un cast stellare: da Philip Seymour Hoffman a Christopher Walken. In questo secondo caso è più realistica la tempistica con cui si manifesta la malattia in un soggetto nettamente più anziano della Hathaway e ciò rende la storia più raffinata e commovente, trasmettendo ad uno spettatore più maturo una tenerezza condivisa al punto da instaurare con il protagonista stesso una complicità più intima che rende la pellicola profondamente efficace.
Ancora una volta, ad essere messe in scena sul grande schermo sono le relazioni umane spezzate o rafforzate dalla malattia improvvisa che colpisce il violoncellista e direttore del quartetto d’archi, Peter Mitchell, di cui si narra la storia. La malattia ne diventa un espediente per rivalutare di fronte alla fine (o forse rinascita?) i rapporti sia sul piano professionale che privato dei quattro artisti inseparabili sia nella vita che nel lavoro. Grazie alla sua guida, prima di lasciare i colleghi dopo venticinque anni di concerti, applausi, consensi e armonia, Peter riuscirà nonostante le difficoltà a portare i suoi amici verso la pace e la dissoluzione di quei dissapori che tradimenti e segreti hanno alimentato negli anni.
Parkinson e sintomi delle fasi avanzate? Ne parliamo nel nostro articolo "Quali sono i sintomi delle fasi finali del Parkinson?"
3. Documentari sul Parkinson: "Still, la storia di Micheal J.Fox"
Non solo film, ma anche documentari possono contribuire al processo di sensibilizzazione circa gli aspetti più complessi e dolorosi della malattia. Ne è esempio, "Still: La storia di Michael J. Fox" è un documentario uscito nel 2023 diretto da Davis Guggenheim. Racconta la vita straordinaria dell'attore Michael J. Fox, alternando scene di interviste e filmati d'archivio a momenti di finzione che ricostruiscono alcuni passaggi chiave della sua storia.
"Still" non è solo un racconto nostalgico, ma anche un viaggio nella resilienza. Fox decide di non nascondere la malattia e di continuare a lavorare, seppur con enormi difficoltà. Il documentario mostra la sua determinazione a vivere una vita piena nonostante i limiti imposti dal Parkinson.
Il documentario si spinge oltre la malattia di Parkinson, esplorando l'impegno di Fox nel sensibilizzare l'opinione pubblica e nel raccogliere fondi per la ricerca. La Michael J. Fox Foundation for Parkinson's Research è un esempio concreto della sua battaglia per trovare una cura.
Hai mai sentito parlare di Parkinsonismo? Scopri le differenze con il Parkinson nel nostro approfondimento "Parkinson e Parkinsonismo: le differenze spiegate in modo semplice".
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