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Il Morbo di Crohn è una malattia infiammatoria intestinale (IBD) permanente: una condizione che infiamma e irrita il tratto digestivo, in particolare l'intestino tenue e il crasso, causando solitamente diarrea e crampi allo stomaco.
Si tratta di una malattia cronica e caratterizzata da un andamento alternato tra momenti di riacutizzazione e di plateau ed è una condizione con cui i pazienti devono convivere tutta la vita. Inoltre, si possono manifestare alcune complicanze che riducono la qualità di vita e portano il paziente ad esser sottoposto a interventi chirurgici.
Alcuni studi suggeriscono che i tassi di mortalità per il Morbo di Crohn possono variare dal 30% in meno al 70% in più rispetto alla popolazione generale e che la sopravvivenza sta aumentando negli ultimi anni anche grazie alle nuove terapie disponibili.
In questo articolo cercheremo di capire meglio l’impatto della malattia di Crohn sul paziente e quindi la relativa aspettativa di vita.
- Quanto è grave il Morbo di Crohn nei bambini
- Aspettativa di vita e monitoraggio delle complicanze nel Morbo di Crohn
- Ci sono fattori che influiscono sull'aspettativa di vita dei pazienti con malattia di Crohn?
1. Quanto è grave il Morbo di Crohn?
Il Morbo di Crohn è una patologia che può provocare dolore molto intenso e diventare debilitante, oltre a predisporre ad alcune complicanze che possono compromettere la sopravvivenza del paziente.
La malattia di Crohn è tipicamente caratterizzata da periodi di remissione e ricaduta. Nel primo anno dopo la diagnosi, il tasso di recidiva si avvicina al 50%, con il 10% dei pazienti che ha un decorso cronico recidivante.
Non esiste una cura vera e propria, ma una dieta adeguata alla condizione e una terapia di supporto possono migliorare lo stato di salute di chi ne è affetto. In alcuni casi, grazie a questo approccio, riuscendo a mantenere una condizione intestinale con basso livelli d’infiammazione, la malattia può entrare in remissione anche per periodi molto lunghi.
Questo, oltre a migliorare lo stile di vita, consente una buona gestione delle possibili complicanze.
Convivere con il Morbo di Crohn può essere difficile, ma se i sintomi sono ben controllati con la dieta e la terapia farmacologica, non c'è motivo per cui non si possa avere una vita di buona qualità.
La malattia di Crohn insorge spesso tra i 15 e i 40 anni, cioè in una fase di vita attiva: per questo è fondamentale che paziente e medico sviluppino un rapporto di cooperazione indispensabile a prevenire le complicanze che potrebbero incidere sulla qualità della vita, con ricadute psichiche quali depressione, ansia e stress. Spesso non è infatti il rischio di esiti fatali a spaventare i pazienti, quanto invece l’eventuale cronicizzazione di questa malattia.
2. Aspettativa di vita e monitoraggio delle complicanze del Morbo di Crohn
Il Morbo di Crohn può associarsi ad alcune complicanze che vanno adeguatamente gestite affinché non compromettano la salute del paziente con un possibile aumento del rischio di mortalità.
Le principali complicanze del Morbo di Crohn sono:
- Uveite (Infiammazioni dell’occhio);
- Tumore al colon;
- Colangite sclerosante primitiva (malattia rara dei grandi dotti biliari);
- Spondilite anchilosante (malattia infiammatoria delle articolazioni della colonna vertebrale);
- Pioderma gangrenoso (malattia infiammatoria cronica che provoca ulcere cutanee);
- Eritema nodoso (malattia infiammatoria della pelle, caratterizzata dalla comparsa di noduli sottocutanei).
In molti casi, la gestione di queste complicanze può richiedere un intervento chirurgico. Dopo la diagnosi il rischio di doversi sottoporre ad una chirurgia è il seguente:
- 5 anni dopo la diagnosi – La probabilità di avere solo 1 intervento chirurgico è del 37%; 2 o più interventi chirurgici, 12%; e nessuna procedura chirurgica, 51%
- 10 anni dopo la diagnosi – La probabilità di avere solo 1 intervento chirurgico è del 39%; 2 o più interventi chirurgici, 23%; e nessuna procedura chirurgica, 39%
- 15 anni dopo la diagnosi – La probabilità di avere solo 1 intervento chirurgico è del 34%; 2 o più interventi chirurgici, 36%; e nessuna procedura chirurgica, il 30%.
3. Ci sono fattori che influiscono sull'aspettativa di vita dei pazienti con malattia di Crohn?
I fumatori presentano una probabilità raddoppiata di sviluppare la malattia di Crohn rispetto ai non fumatori, soprattutto nei soggetti di sesso femminile.
Per ridurre il rischio di mortalità, è fondamentale evitare l’insorgenza di complicanze, quindi gestire la malattia nel miglior modo possibile, come già indicato, con dieta e terapia farmacologica.
In ogni caso, tenere sotto controllo l’andamento della patologia, tramite un regolare monitoraggio (es. colonscopia regolare, indagini di laboratorio, ecc.), in aderenza alle indicazioni mediche, è altrettanto importante. Anche l’aspetto che riguarda la sfera psicologica di pazienti che hanno malattie croniche invalidanti è uno dei fattori chiave che possono determinare un miglior o peggior andamento della malattia e che quindi non dovrebbe essere trascurato.
È inoltre di fondamentale importanza porre la massima attenzione nel prevenire l’insorgenza di comorbilità (altre patologie), perché non vadano ad aggravare una situazione di salute già compromessa.
Fonti
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