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Le patologie che interessano la prostata sono numerose, tra esse anche quella tumorale. Il carcinoma prostatico può essere sottoposto a diversi trattamenti, tra cui la chemioterapia, l’ormonoterapia e la radioterapia. Nella maggior parte dei casi, tali terapie hanno un buon beneficio clinico, ma in altri casi il tumore si può ripresentare. Si parla in questo caso di recidiva.
Questa situazione può essere riscontrata tramite diversi esami, ma il campanello d’allarme è la presenza nel sangue dell’Antigene Prostatico Specifico (PSA) a certi livelli.
A tal proposito, approfondiamo insieme diversi aspetti.
1 Il tumore alla prostata: inquadramento generale
2 Cosa si intende per recidiva del tumore alla prostata
3 I dati sulla recidiva del tumore prostatico
4 Come identificare la recidiva del tumore alla prostata
5 Breve focus su PET-PSMA nel tumore prostatico
6 Fonti
1. Il tumore alla prostata: inquadramento generale
Il tumore della prostata rappresenta il 20% dei tumori riscontrati nella popolazione maschile, è infatti uno dei tumori più frequenti negli uomini, ma oggi la sopravvivenza a seguito della terapia per queste forme tumorali è molto alta.
In seguito alla diagnosi di cancro, generalmente viene praticata la completa asportazione della ghiandola e dei linfonodi che la circondano, spesso in abbinamento alla terapia farmacologica ormonale e alla radioterapia.
Negli ultimi anni sono allo studio anche nuove terapie, come la crioterapia, i vaccini che stimolano la risposta del sistema immunitario contro il tumore, la HIFU (ultrasuoni focalizzati sul tumore) o i farmaci anti-angiogenici che bloccano l’afflusso di sangue al tumore determinandone la morte.
Le ottime possibilità di cura non escludono però l’ipotesi di recidiva del tumore.
2. Cosa si intende per recidiva del tumore alla prostata
Per recidiva del tumore alla prostata si intende la presenza nel sangue di PSA, che ci indica la ricomparsa della neoplasia, ma non la sua dislocazione.
Nello specifico, si considera recidiva quando i valori di PSA superano 0,2ng/ml per i pazienti a cui è stata praticata l’asportazione chirurgica della ghiandola e 2ng/ml per i pazienti che abbiano effettuato cicli di radioterapia.
Il PSA (Antigene Prostatico Specifico) è un enzima prodotto quasi esclusivamente dalla prostata e quindi è presente nel sangue, in quantità fisiologiche, solamente quando la prostata è attiva nell’organismo.
Infatti, sia che la prostata venga asportata chirurgicamente o che sia sottoposta a radioterapia in seguito alla diagnosi di tumore, essa smetterà di funzionare e quindi di produrre PSA.
Se si sospetta il riacutizzarsi della malattia, le linee guida dell’AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) indicano la necessità di effettuare il prelievo ematico almeno 2 volte e presso lo stesso centro analisi perché si possa effettivamente diagnosticare la “recidiva biochimica”, nome con cui viene identificata questa tipologia di recidiva.
3. I dati sulla recidiva del tumore prostatico
Tra i pazienti trattati chirurgicamente per tumore alla prostata, la percentuale di recidiva è tra il 15% e il 40% entro i primi 5 anni dall’intervento.
4. Come identificare la recidiva del tumore alla prostata
Viene consigliato ai pazienti che abbiano una storia di carcinoma della prostata di effettuare dei regolari follow-up. Non esiste un parere unanime nella comunità scientifica che indichi la frequenza dei controlli, ma in base alle ultime evidenze scientifiche si raccomanda un controllo ogni 6 mesi. Per controllo si intende:
- visita urologica con esplorazione rettale (per i primi 2 anni)
- dosaggio ematico del PSA (per i primi 5 anni).
5. Breve Focus su PET-PSMA nel tumore prostatico
Nel momento in cui viene diagnosticata una recidiva biochimica, la malattia è presente solo microscopicamente, quindi i classici strumenti diagnostici, come la TAC o la Scintigrafia ossea, risultano inefficaci nell’individuarla.
Alcuni anni fa grazie all’introduzione in diagnostica per immagini della PET-TAC, che integra i vantaggi della precisione della TAC con quelli della PET (Tomografia ad Emissione di Positroni) è divenuto possibile individuare la dislocazione nel corpo di una eventuale recidiva di dimensioni modeste della malattia.
Oggi la ricerca ha fatto un ulteriore passo avanti introducendo un’evoluzione di questa tecnica: la PET-PSMA. Una PET che permette di visualizzare l’eventuale presenza dell’antigene prostatico specifico di membrana anche su poche cellule tumorali. Questa nuova ed efficace tecnologia ha inoltre aperto la strada alle terapie con isotopi radioattivi che oggi sembrano essere molto promettenti contro il tumore alla prostata.
Fonti
1 Tumore della prostata. (Ultimo accesso 22/11/2021)
2 Linee Guida AIOM sul Carcinoma della Prostata, 2019.
3 PSA: non è un prelievo che salva dal tumore della prostata. (Ultimo accesso 22/11/2021)
4 Una revisione sistematica sull’utilizzo di terapia ormonale e trattamento radioterapico di salvataggio nella recidiva del tumore alla prostata. (Ultimo accesso 22/11/2021)
5 Resnick MJ, Lacchetti C, Bergman J, Hauke RJ, Hoffman KE, Kungel TM, Morgans AK, Penson DF. Prostate cancer survivorship care guideline: American Society of Clinical Oncology Clinical Practice Guideline endorsement. J Clin Oncol. 2015 Mar 20;33(9):1078-85. doi: 10.1200/JCO.2014.60.2557. Epub 2015 Feb 9. PMID: 25667275.
6 Tumore della prostata: allo IEO novità per diagnosi e cura dalla medicina nucleare. Moltiplicate le possibilità di diagnosi e cura del tumore prostatico, grazie all’ introduzione della nuova PET con PSMA. (Ultimo accesso 22/11/2021)
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