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In genere rimandate di anno in anno o effettuate di rado, le visite oculistiche possono rivelarsi uno strumento di prevenzione da non sottovalutare. Non solo per combattere abbassamenti della vista: a volte macchie e nei nell'occhio possono nascondere spiacevoli sorprese. Nonostante gli "strascichi" fastidiosi delle pupille dilatate e della vista temporaneamente disturbata, le visite complete permettono, infatti, di intercettare disturbi in fase ancora iniziale e muoversi correttamente di conseguenza. 

Per quanto rari e poco conosciuti, i tumori all'occhio possono ad esempio essere scoperti attraverso controlli periodici, che permettono di riconoscerne tempestivamente i sintomi e di affidarsi alle cure più efficaci. Abbiamo deciso di approfondire l'argomento con il dottor Carlo Mosci, Direttore della S.C. Oculistica oncologica dell'Ente Ospedaliero Ospedali Galliera, in questa intervista. 

 

CONTATTA LA STRUTTURA

 

1. Quali sono le tipologie di tumore dell'occhio e come si diagnosticano?

Occorre dividerli tra quelli che interessano la superficie dell'occhio, ovvero la congiuntiva, il tessuto che ricopre la sfera bianca del globo oculare e quelli che invece si sviluppano all'interno dell'organo, da suddividere a loro volta in pigmentati e non pigmentati. Sull'esterno tendono a presentarsi in forme simili ai carcinomi della pelle e come questi sono spesso causati da una prolungata esposizione alla luce solare. Persone che svolgono attività continuativa all'aria aperta come pescatori e contadini dovrebbero infatti sottoporsi più spesso a controlli della congiuntiva e rivolgersi immediatamente al proprio medico in caso di macchie anomale. Purtroppo, le lesioni cancerose interne non sono invece immediatamente visibili. In entrambi i casi, tuttavia, la forma di diagnosi principale dovrebbe essere la prevenzione: è meglio intercettare il sospetto disturbo immediatamente piuttosto che ai primi bruciori o arrossamenti.

 

2. Quali sono le terapie più indicate?

Per quanto riguarda entrambe le tipologie di lesioni, la terapia migliore è la chirurgia, a cui può far seguito una forma di chemioterapia eseguita tramite gocce. Si tratta di una cura semplice ed efficace, mirata ad integrare l'intervento chirurgico: a differenza della cura tradizionale, il paziente, una volta ricevuto il farmaco dall'ospedale, può continuare la terapia autonomamente a casa.

 

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3. Quali sono i principali tumori dell'occhio?

Preferirei non parlare dei tumori più rari e approfondire le informazioni sulle forme più frequenti. Il neuroblastoma ad esempio è la tipologia più diffusa tra bambini e neonati , un tumore che fortunatamente negli ultimi anni è diventato molto facile diagnosticare. L'abitudine di scattare tantissime foto ai nostri bambini può infatti fornirci gli strumenti per identificare subito un eventuale problema: se nelle foto la pupilla del bambino non appare rossa, è bene sottoporlo ad un controllo. 

Nell'adulto invece le malattie più frequenti sono purtroppo quelle legate ad altri tumori generalizzati, le cui metastasi vanno a localizzarsi anche nell'occhio, come ad esempio il tumore alla mammella e al polmone. A volte l'oculista, partendo dall'analisi dell'occhio, può diagnosticare infatti un tumore localizzato in origine altrove, ancora prima dello specialista di oncologia.

 

4. Quali sono le nuove terapie disponibili?

I nuovi approcci di cura sono attualmente legati alla radioterapia con protoni, considerata oggi la nuova frontiera della terapia oncologica. Si tratta di una forma di adroterapia utilizzata oggi non solo in ambito di oncologia oculistica ma sperimentata e perfezionata inizialmente proprio sugli occhi. A questi studi si sono dedicati negli ultimi trent'anni importantissimi centri di ricerca europei, con un grande contributo dell'Italia. La radioterapia, oltre ad essere estremamente efficace, ha il vantaggio di non rendere necessaria  l'asportazione dell'occhio e di non ridurre ulteriormente la vista del paziente.

 

5. Una volta trattato, è possibile che il tumore si ripresenti?

Se il trattamento viene effettuato secondo tutte le indicazioni dello specialista, in particolare in seguito alla radioterapia con protoni, è rarissimo che la patologia si ripresenti all'interno dell'organo, ma è ancora elevatissimo il rischio che il tumore si sviluppi in un organo circostante.

 

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La corretta prevenzione e la diagnosi tempestiva si rivelano dunque fondamentali nel contrastare questo tipo di patologie: in caso di anomalie non esitate a rivolgervi ad uno specialista!

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In collaborazione con Dr. Carlo Mosci

Direttore della S.C. Oculistica oncologica dell'Ente Ospedaliero Ospedali Galliera


Dr. Carlo Mosci
Autore

Dr. Carlo Mosci

Direttore della S.C. Oculistica oncologica dell'Ente Ospedaliero Ospedali Galliera.