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Salute maschile e femminile

Candida e ciclo: esiste un legame?

Scritto da Federica La Russa, PhD  | 
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8' lettura

La candidosi vaginale, comunemente chiamata candida, è un’infezione frequente nella popolazione femminile. Si stima, infatti, che colpisca, almeno una volta nella vita, il 75% delle donne in età fertile. Nel 40-50% dei casi, l’infezione si ripresenterà due volte, mentre nel 5% delle infezioni il problema diventerà ricorrente con quattro o più episodi all’anno. Spesso, si parla di un legame tra candida e ciclo, ma è davvero così? Scopriamolo insieme!

Ecco cosa troverai in questo articolo:

  1. Perché viene la candida con il ciclo?
  2. Come riconoscere la candida durante le mestruazioni?
  3. La candida vaginale influisce sul ciclo mestruale?
  4. Candida e mestruazione: quali sono le complicanze?
  5. Cosa fare con la candida durante le mestruazioni?

 

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1. Perché viene la candida con il ciclo? 

La candida, in generale, può verificarsi in qualsiasi momento del ciclo mestruale, incluse le mestruazioni che colloquialmente vengono spesso chiamate “ciclo”. Ciclo mestruale e mestruazione non sono sinonimi. Il ciclo mestruale, infatti, dura circa 28 giorni ed è virtualmente suddiviso in quattro fasi tra cui quella delle mestruazioni oltre alla fase follicolare (tra mestruazione ed ovulazione), ovulatoria (ovulazione) e luteale (tra ovulazione e mestruazione). 

C. albicans è spesso presente nell’organismo in condizioni di salute senza causare sintomi. Questo accade grazie all’equilibrio mantenuto dai microrganismi “buoni” e dal sistema immunitario. Tutte le circostanze che alterano questi processi, come ad esempio l'assunzione di antibiotici o l’alterazione del sistema immunitario, modificano l’ambiente vaginale e possono facilitare la proliferazione del fungo in qualsiasi momento del mese.1

Perché, allora, la candida si (ri)presenta spesso poco prima o durante le mestruazioni?Benché non ci siano molti studi che valutino direttamente, e quindi confermino, questa ipotesi, in momenti specifici del ciclo mestruale, si generano condizioni che potrebbero predisporre all’infezione.

 

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Durante la fase luteale (tra ovulazione e mestruazioni), infatti, il cambiamento ormonale, e in particolare l’aumento degli ormoni femminili detti estrogeni, induce una temporanea soppressione del sistema immunitario (importante per la sopravvivenza dello sperma) riducendo la capacità di tenere a bada i microrganismi presenti nel corpo come la candida. In parallelo, è noto che gli estrogeni regolano la disponibilità di glicogeno, uno zucchero importante per la crescita di C.albicans. Alcuni studi, infine, suggeriscono che l’aumento di estrogeni potrebbe direttamente modificare le caratteristiche di C.albicans rendendo il fungo più aggressivo.2;3

Un’altra variabile che potrebbe facilitare l’occorrenza della candida è l’innalzamento del PH vaginale nel periodo premestruale o mestruale. Questo accade sia a causa degli estrogeni che del PH del sangue (basico rispetto a quello vaginale). Il PH vaginale, infatti, è fisiologicamente acido e questo è importante per tenere sotto controllo le infezioni batteriche. Una sua alterazione, quindi, potrebbe modificare l’equilibrio della microflora batterica contribuendo, così, al rischio di sviluppare l’infezione da candida.4

 

2. Come riconoscere la candida durante le mestruazioni?

I sintomi della candida vaginale sono pressoché identici sia che si verifichino durante le mestruazioni o in un altro momento del ciclo mestruale. Tra i sintomi più comuni della candidosi ci sono:

  • prurito intimo anche intenso;
  • perdite di colore biancastro abbondanti;
  • bruciore e arrossamento intimo interno;
  • labbra vaginali arrossate e gonfie;
  • dolore a urinare come durante un’infezione urinaria;
  • dolore durante i rapporti sessuali (o dispaneuria).1;3

 

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3. La candida vaginale influisce sulle mestruazioni?

Come descritto sopra, alcuni cambiamenti durante il ciclo mestruale potrebbero generare circostanze fertili per un’infezione da candida. Al contrario, non ci sono dati clinici che suggeriscono che la candida causi un ritardo delle mestruazioni o alterazioni del flusso mestruale.

 

4. Candida e mestruazioni: quali sono le complicanze?

Soprattutto per coloro che soffrono ciclicamente di candida c’è il rischio che si sviluppi una condizione di infiammazione detta vaginite. Da notare, però, che alcuni sintomi della vaginite da candida possono confondersi con altre problematiche come, ad esempio, vaginiti da infezioni di natura differente (es. batteriche). Pertanto, è sempre importante ricevere una diagnosi a seguito di una visita ed esami accurati per identificare il tipo di infezione come, ad esempio, un esame microscopico e/o una coltura delle secrezioni vaginali.1 Infine, la candida non trattata adeguatamente può diffondersi ad altri organi, comunemente all’intestino, ma anche al cavo orale, generando una condizione di malessere consistente e difficoltoso da curare. 

 

5. Cosa fare con la candida durante le mestruazioni?

L’approccio alla candida durante le mestruazioni è generalmente affine a quando accade al di fuori di questa finestra temporale. Dopo accurata anamnesi e confermata diagnosi, il medico potrebbe, quindi, consigliare una terapia antifungina (orale o sotto forma di ovuli) insieme a prodotti topici che possono dare sollievo dalla sintomatologia (es. prodotti lenitivi e calmanti).1;3 È generalmente sconsigliato il fai-da-te sia per quanto riguarda la diagnosi che la terapia anche quando è il curante a raccomandare antimicotici senza aver visitato la paziente.

 

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Nello specifico della candida durante le mestruazioni, si raccomanda, di prestare ancor più accortezza al tipo di detergente intimo utilizzato per evitare ulteriore irritazione, così come al materiale di cui sono composti gli assorbenti prediligendo quelli in cotone o intimo per mestruazioni. Anche utilizzando assorbenti di materiale traspirante, attenzione  a limitare il contatto persistente con il sangue, data la sua natura alcalina e irritante, cambiandosi spesso e utilizzando acqua tiepida per rimuovere il sangue in eccesso. Infine, in caso di candida recidivante, potrebbe essere utile supportare il microbiota vaginale (es. con ovuli probiotici a base di Lattobacilli) soprattutto nei periodi in cui la ri-acutizzazione dell’infezione è più probabile.3 In questo caso, però, sarebbe meglio consultare un professionista della salute perché l’assunzione di fermenti lattici per la candida non è priva di limitazioni e rischi.

 

Bibliografia

  1. Sobel JD. Vulvovaginal candidosis. Lancet. 2007 Jun 9;369(9577):1961-71. doi: 10.1016/S0140-6736(07)60917-9. PMID: 17560449.
  2. He, Y, Tang, R, Deng, J, et al. Effects of oestrogen on vulvovaginal candidosis. Mycoses. 2022; 65: 4– 12. doi:10.1111/myc.13385
  3. Willems HME, Ahmed SS, Liu J, Xu Z, Peters BM. Vulvovaginal Candidiasis: A Current Understanding and Burning Questions. J Fungi (Basel). 2020 Feb 25;6(1):27. doi: 10.3390/jof6010027. PMID: 32106438; PMCID: PMC7151053.
  4. Linhares IM, Summers PR, Larsen B, Giraldo PC, Witkin SS. Contemporary perspectives on vaginal pH and lactobacilli. Am J Obstet Gynecol. 2011 Feb;204(2):120.e1-5. doi: 10.1016/j.ajog.2010.07.010. Epub 2010 Sep 15. PMID: 20832044.

 


Federica La Russa, PhD
Autore

Federica La Russa, PhD

Neuroimmunologa e medical writer in ambito healthcare. Laureata in Biotecnologie Mediche e dottorata in Neuroscienze, si occupa di comunicazione medico scientifica per operatori sanitari, pazienti e il pubblico generalista.