Il corpo non è solo un contenitore per la mente, ma un vero e proprio protagonista del nostro benessere e, quindi, portavoce di eventuale disagio.
In psicoterapia, assume un ruolo fondamentale come strumento per comprendere e superare le difficoltà emotive soprattutto nelle psicopatologie alimentari, ansiose, traumatiche e psicosomatiche.
Esistono diverse tecniche che integrano il lavoro verbale con l'utilizzo del corpo con l'obiettivo di riconnettere mente e corpo, favorendo una migliore integrazione e un benessere più profondo. In cosa consistono queste tecniche? Perché possono aiutare?
Scopriamolo assieme in questo articolo:
1. Perché usare il corpo in psicoterapia
Il corpo è una risorsa preziosa in psicoterapia perché
- attraverso di esso possiamo rivelare aspetti del nostro disagio che non sempre riusciamo a riconoscere e verbalizzare;
- spesso le emozioni si manifestano fisicamente prima di essere comprese razionalmente, come accade ad esempio per i sintomi fisici degli stati d'ansia. Ascoltare il corpo può essere fondamentale per comprendere appieno il proprio stato emotivo;
- il corpo offre un canale di espressione alternativo per chi ha difficoltà ad aprirsi verbalmente, permettendo di comunicare le proprie sensazioni e emozioni attraverso il movimento, la postura e le sensazioni fisiche.
Per questi motivi, prestare attivamente attenzione al corpo e "utilizzarlo" consapevolmente può favorire una migliore integrazione con la mente, contribuendo così a un benessere più profondo e duraturo.
Esistono diverse tecniche che integrano il lavoro verbale con l'utilizzo del corpo:
- terapie corporee specifiche: focalizzate sul movimento, la respirazione e la consapevolezza corporea;
- tecniche integrate in modelli non prettamente corporei: come la Mindfulness e il Training Autogeno, che aiutano a sviluppare la consapevolezza di sé e delle proprie emozioni.
Continua la lettura per scoprire di più su Mindfulness e Training autogeno.
2. La mindfulness
La mindfulness è una tecnica che sta diventando sempre più importante nel campo della psicoterapia. Si basa sulla meditazione e ha l'obiettivo di farci raggiungere una piena consapevolezza del nostro stato fisico e mentale nel momento presente.
Jon Kabat-Zinn, uno dei principali studiosi della mindfulness, la definisce come la capacità di "porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante".
In pratica, la mindfulness ci insegna a osservare i nostri pensieri, emozioni e sensazioni corporee senza identificarci con essi. Non cerchiamo di eliminarli o di cambiarli, ma semplicemente li osserviamo con curiosità e accettazione.
Esistono diversi protocolli di mindfulness che, una volta eliminati i loro aspetti spirituali e morali, possono essere utilizzati da professionisti certificati per trattare specifici malesseri o disagi psicologici.
Per esempio, pazienti con dolori cronici, stati d'ansia elevati o disturbi psicosomatici possono imparare a:
- riconoscere i segnali del proprio corpo;
- gestire le emozioni difficili con maggiore consapevolezza;
- interrompere schemi mentali automatici e negativi;
- sviluppare una maggiore compassione verso se stessi e gli altri.
3. Il training autogeno
Il training autogeno è un metodo di rilassamento corporeo ideato da Johannes Heinrich Schultz all'inizio del XX secolo. Si basa sul principio dell'unità corpo-mente, che significa che il nostro corpo e la nostra mente sono strettamente interconnessi.
Il training autogeno viene utilizzato in diversi orientamenti psicoterapeutici e in sedute di gruppo per il rilassamento. Attraverso esercizi di respiro e osservazione del proprio corpo, il soggetto può raggiungere uno stato di calma fisica e di minore interferenza di pensieri disturbanti.
Qui, i principali benefici del training autogeno:
- Riduzione dello stress e dell'ansia
- Regolazione delle emozioni
- Miglioramento delle prestazioni fisiche (anche in ambito sportivo)
- Trattamento di disturbi psicosomatici (come insonnia, gastrite nervosa, cefalea)
In entrambe le tecniche è importante considerare come sia indispensabile rivolgersi a professionisti formati e certificati che siano in grado di valutare l’effettiva utilità della tecnica ed eventuali controindicazioni. Inoltre è fondamentale avere la possibilità di affiancare il lavoro corporeo ad una elaborazione verbale, anche in gruppo, volta a elaborare i vissuti fisici e gli aspetti emotivi che possono emergere durante la pratica.
Scopri altre strategie utili per gestire l'ansia nel nostro articolo "Come combattere l'ansia: suggerimenti e strategie pratiche".
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