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Il tumore alla prostata è un tumore che colpisce milioni di persone nel mondo ogni anno ed è diventato, negli ultimi dieci anni, il tumore più frequente nella popolazione maschile dei Paesi Occidentali. Il tasso di sopravvivenza per il tumore alla prostata in fase iniziale è molto favorevole, anche grazie alla disponibilità di test di screening efficaci. Andiamo a vedere in dettaglio quali sono i fattori che influenzano l’aspettativa di vita di pazienti affetti da tumore alla prostata.

Ecco di cosa parleremo in questo articolo:

  1. Qual è l'aspettativa di vita media con il tumore alla prostata?
  2. Da cosa dipende la prognosi del tumore alla prostata?
  3. Cosa influenza l’aspettativa di vita con il tumore alla prostata?
  4. Cosa succede se non curo il tumore alla prostata?
  5. Novità 2023

 

Uomo anziano che guarda l'orizzonte come metafora di aspettativa di vita

 

 

1. Qual è l'aspettativa di vita media con il tumore alla prostata?

In Italia, la sopravvivenza media a 5 anni dalla diagnosi è del 91%, secondo dati riguardanti l’anno 2022. Questo non significa che i pazienti vivono in media 5 anni, ma che circa il 91% di pazienti con diagnosi di tumore alla prostata, sono ancora vivi a 5 anni dalla diagnosi e che molti di loro hanno una aspettativa di vita paragonabile alla popolazione generale.1,2

 

2. Da cosa dipende la prognosi del tumore alla prostata?

Per prognosi si intende una previsione sul decorso di una malattia ed è, in genere, basata su un’ipotesi fondata sul quadro clinico dei pazienti. La prognosi del tumore alla prostata dipende dalla stadiazione, effettuata secondo il sistema TMN e dal grado istologico, quantificato dal Gleason score. Il sistema TMN permette di determinare quanto il tumore sia localmente avanzato, in termini di dimensioni, e se siano presenti o meno metastasi, quindi se il tumore primitivo si sia diffuso o meno in altri distretti dell’organismo. Il Gleason score è, invece, un indice dell’aggressività del tumore, misurata in termini di grado istologico. 

Tumori con rischio TMN complessivo basso e Gleason score basso sono in genere tumori piccoli, localizzati e a lenta progressione e sono perciò quelli associati ad una aspettativa di vita migliore, in quanto più facilmente trattabili tramite chirurgia e/o radioterapia

Invece, tumori con rischio TMN alto e Gleason score elevato alla diagnosi, sono associati ad una aspettativa di vita peggiore, in quanto spesso avanzati e già diffusi ad altri organi al momento della diagnosi e per questo difficilmente trattabili.

 

3. Cosa influenza l’aspettativa di vita con il tumore alla prostata?

L’aspettativa di vita per pazienti con tumore alla prostata è un parametro che dipende da molti fattori e che non è quantificabile a priori: nessun medico può predire esattamente quanto il paziente vivrà. Le statistiche possono però fornire una indicazione generale, cioè indicare mediamente quanto a lungo i pazienti affetti da tumore alla prostata hanno vissuto, organizzando i dati in base alle caratteristiche del tumore e allo stadio all’epoca della diagnosi.

I parametri che possono influenzare la sopravvivenza in caso di tumore alla prostata sono:

  • il rischio basso, medio o alto del tumore, determinato in base alla stadiazione TMN e al Gleason score;
  • livelli di antigene prostatico specifico PSA nel sangue: alti livelli di PSA circolante possono indicare che il tumore stia crescendo in maniera veloce;
  • il livello di salute generale: più si è fisicamente in forma, meglio si riesce ad affrontare le terapie;3,4
  • recidive: in seguito ad asportazione chirurgica della prostata o radioterapia, circa il 30% dei pazienti ha una riacutizzazione della malattia, chiamata recidiva, che viene rilevata tramite il dosaggio del PSA. La comparsa di una recidiva influenza l’aspettativa di vita in modo molto eterogeneo, in relazione all’età del paziente, le caratteristiche del tumore e la scelta del percorso terapeutico;5
  • mutazioni genetiche: alcuni tumori alla prostata sono associati a mutazioni genetiche, come la mutazione nei geni BRCA1 e BRCA2. Alcuni studi indicano che la presenza di queste mutazioni conferisca al tumore alla prostata un carattere più aggressivo, con conseguenze negative sull’aspettativa di vita, anche se sono necessari ulteriori studi per confermare questo dato.6

 

Modellino di prostata osservato attraverso una lente di ingrandimento

 

4. Cosa succede se non curo il tumore alla prostata?

Spesso, in caso di diagnosi di tumore alla prostata in fase iniziale, con rischio di progressione basso (in base alla stadiazione TMN), dosaggio di PSA < 10 ng/mL e Gleason score non oltre il sei,  i medici decidono di non intervenire chirurgicamente o attraverso l’uso di farmaci, ma di sottoporre il paziente a sorveglianza attiva. La sorveglianza attiva consiste nel monitoraggio del tumore attraverso il dosaggio del PSA, visite periodiche, biopsie prostatiche, ecografie e risonanze magnetiche, per individuare velocemente l’eventuale progressione tumorale e intervenire tempestivamente.

Al contrario di quanto si pensi, la decisione di intraprendere sorveglianza attiva e di non “curare” il tumore, non indica che il tumore sia incurabile, ma indica che il tumore non rappresenta, al momento della decisione, una minaccia per la vita del paziente. Molto spesso infatti, le cure per il tumore alla prostata potrebbero peggiorare la qualità di vita del paziente e la sorveglianza attiva rappresenta la decisione con il miglior rapporto rischio-beneficio.

Per sapere di più su radioterapia e intervento chirurgico per il tumore alla prostata, puoi consultare questo articolo

5. Novità 2023

  • L'enzalutamide, potente inibitore di seconda generazione dei recettori degli androgeni. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet Oncology, riporta i risultati di un trial clinico dove questo farmaco migliora significativamente la sopravvivenza nel cancro alla prostata metastatico. Combinato con il trattamento standard, infatti, incrementa la sopravvivenza a cinque anni dal 57% al 67% suggerendo l’importanza della continua ricerca in campo oncologico. Approfondisci leggendo questo articolo:
    Enzalutamide, in combinato con il trattamento standard, da risultati promettenti per il cancro alla prostata

Bibliografia

  1. Rebello, R.J., Oing, C., Knudsen, K.E. et al. Prostate cancer. Nat Rev Dis Primers 7, 9 (2021). 
  2. AIOM, I numeri del cancro in Italia 2022 (Ultimo accesso 28.03.23)
  3. Berlin A, Brierley J, Cornford P, Chung P, Giannopoulos E, Mason M, Mottet N, Gospodarowicz M. TNM Staging of Prostate Cancer: Challenges in Securing a Globally Applicable Classification. Eur Urol. 2022 Aug;82(2):e52-e53. doi: 10.1016/j.eururo.2022.04.019. Epub 2022 May 11. PMID: 35562268.
  4. Cancer research UK, Survival of prostate cancer (Ultimo accesso 28.03.23)
  5. Trock BJ, Han M, Freedland SJ, et al. Prostate cancer-specific survival following salvage radiotherapy vs observation in men with biochemical recurrence after radical prostatectomy. JAMA. 2008;299(23):2760-2769. doi:10.1001/jama.299.23.2760
  6. Akbari MR, Wallis CJ, Toi A, et al. The impact of a BRCA2 mutation on mortality from screen-detected prostate cancer. Br J Cancer. 2014;111(6):1238-1240. doi:10.1038/bjc.2014.428

 


Dott.ssa Giulia Boschi
Autore

Dott.ssa Giulia Boschi

PhD student in immunologia e medical writer, si occupa di ricerca biomedica e comunicazione medico-scientifica in ambito healthcare.