<img height="1" width="1" src="https://www.facebook.com/tr?id=2062155644083665&amp;ev=PageView &amp;noscript=1">

5' Lettura

Quando si segue una dieta aproteica, ovvero un piano alimentare a basso contenuto di proteine, può risultare complicato conciliare le proprie esigenze alimentari con la vita professionale e di relazione. Adottando alcuni accorgimenti, i pazienti e i caregiver possono attuare delle strategie per proseguire uno stile di vita sano, con una corretta gestione della propria funzionalità renale senza rinunciare a ricorrenze e incontri conviviali

Ecco cosa troverai in questo articolo:

  1. Comprendere le basi della dieta ipoproteica
  2. Dieta aproteica fuori casa: la preparazione è chiave
  3. Spuntini e pasti veloci per la scuola e il lavoro
    1. Esempi di spuntini da portare con sé durante gli spostamenti
    2. Opzioni di pasti veloci e pratici disponibili fuori casa
  4. Scegliere i ristoranti con saggezza
    1. Esempi di piatti facilmente disponibili in un ristorante
    2. Come comunicare con il personale del ristorante riguardo alle esigenze dietetiche speciali
  5. Strategie per le occasioni speciali

Immagine di container per pranzo al sacco in ufficio

1. Comprendere le basi della dieta aproteica

La dieta aproteica viene prescritta nei casi di:

  • grave riduzione della funzionalità renale (insufficienza renale o epatica);
  • malattie che interferiscono con il metabolismo delle proteine, come l’omocistinuria e la fenilchetonuria.

L’obiettivo della dieta aproteica per i pazienti che soffrono di insufficienza renale è migliorare la salute e ridurre la progressione del danno a livello dei reni che, se non funzionano correttamente, può provocare un accumulo di urea (sostanza di scarto delle proteine) nel sangue insieme ad altre sostanze tossiche.

La dieta aproteica prevede un massimo di 0.6g – 0.7g di proteine per ogni kg di peso corporeo al giorno e deve essere prescritta da uno/a specialista, che ne monitora attentamente l’andamento per evitare squilibri nutrizionali.1,2 

Nella pianificazione della dieta aproteica è fondamentale il ruolo del/della nutrizionista che, in collaborazione con il/la nefrologo/a, può definire la dieta più idonea e personalizzata. Questa, infatti, verrà sviluppata sulla base delle condizioni specifiche del paziente, in rapporto all’andamento della funzionalità renale, alla valutazione clinica e ai parametri di laboratorio, come ad esempio il dosaggio di azoto nel sangue (azotemia).4

2. Dieta aproteica fuori casa: la preparazione è chiave

Per seguire correttamente la dieta ipoproteica fuori casa e gestire in modo ottimale le proprie esigenze alimentari, è fondamentale un’accurata preparazione del piano alimentare settimanale da aggiornare con le eventuali uscite al ristorante e da condividere con familiari/caregiver.

Sarebbe meglio programmare in anticipo gli eventuali pasti fuori casa per conciliare le proprie esigenze alimentari con cene al ristorante o spuntini al bar, ad esempio orientando il pasto che precede l’uscita fuori casa con un piatto particolarmente privo di proteine per poter mangiare con più serenità. 

Se non è possibile una programmazione anticipata, per evitare imprevisti e non rinunciare a un incontro conviviale, un consiglio è quello di portare con sé uno snack aproteico da accompagnare al cibo che è possibile trovare nei luoghi di ristoro così da non essere costretti a non mangiare qualora non ci fossero alimenti adatti.2,5,6,7

🍞 Non sai dove trovare snack aproteici gustosi? Scopri Aminò!

Nuova call-to-action

 

3. Spuntini e pasti veloci per la scuola e il lavoro

Trovare spuntini salutari fuori casa può essere difficile, quindi è sempre meglio avere sempre con sé un’alternativa sana.

3.1. Esempi di spuntini da portare con sé durante gli spostamenti

Alcune idee di ricette aproteiche da portare a scuola, al lavoro o in viaggio sono:

  • fette tostate aproteiche con un cucchiaio di marmellata o miele;
  • frutta fresca a scelta tra quella indicata per la dieta aproteica o macedonia senza zuccheri aggiunti; 
  • mele e mirtilli essiccati e non zuccherati;

Non dimentichiamo poi la possibilità di sfruttare prodotti da forno dietetici appositamente sviluppati per fornire opzioni aproteiche facili da portare con sé. 

3.2 Opzioni di pasti veloci e pratici disponibili fuori casa

Se si trascorre la pausa pranzo al bar o in mensa, è preferibile optare per un piatto freddo: in questo caso bisogna selezionare una sola fonte proteica (a scelta tra legumi, pesce, uova e formaggio) accompagnata da verdure fresche, come pomodori o zucchine grigliate. È possibile completare il piatto con del pane (meglio quello aproteico portato da casa) e condire con olio extravergine di oliva, aceto di vino o aceto balsamico, evitando salumi e formaggi stagionati.

Vediamo alcuni esempi:

  • insalata di quinoa con verdure;
  • panino o piadina aproteici farciti con ortaggi (pomodori, zucchine, melanzane grigliate);
  • poke con una base di cereali (farro, o orzo) e verdure.

Se possibile, richiedere il condimento a parte per controllare in autonomia la quantità di sale e salse aggiunte.5,6

4. Scegliere i ristoranti con saggezza

La scelta del ristorante potrebbe sembrare un problema di non facile soluzione per chi deve seguire una dieta ipoproteica. È però possibile imparare a scegliere alimenti privi di proteine in ogni menu e portare sempre con sé un’alternativa alimentare che consenta di non saltare il pasto.

4.1. Esempi di piatti facilmente disponibili in un ristorante

Ecco alcune idee su quali piatti preferire dal menu:

  • pasta al pomodoro o con sugo di verdure;
  • pasta acqua e farina ripiena di verdure;
  • vellutata di verdure con crostini;
  • zuppa di lenticchie con pane tipico e verdure con curry;
  • sushi, sashimi o ramen in versione vegetariana, vegana;
  • spaghetti di riso conditi con verdure senza salsa di soia;
  • frutta fresca, sorbetto o macedonia.6-9

4.2 Come comunicare con il personale del ristorante riguardo alle esigenze dietetiche speciali

Dal momento che il personale del ristorante potrebbe non conoscere le indicazioni dettagliate di un piano alimentare ipoproteico, è importante comunicare le proprie richieste educatamente e senza esitazioni al personale di sala o, ancor meglio, allo/alla chef, specificando che si tratta di esigenze dietetiche inderogabili per motivi di salute

Chiedere con gentilezza ma con decisione e spiegare nel dettaglio le proprie necessità è solitamente la chiave per essere compresi. Non esitare però a cambiare ristorante se l’accoglienza delle differenti esigenze alimentari non soddisfa le aspettative.

Per adattare meglio i piatti del menù ai requisiti della dieta aproteica, è consigliabile:

  • proporre la condivisione del pasto con un amico o collega;
  • chiedere una porzione ridotta;
  • portare a casa il cibo avanzato;
  • condire il cibo al tavolo;
  • evitare l’aggiunta di formaggio grattugiato;
  • non arricchire il piatto con dressing e topping;
  • portare del pane aproteico da casa;
  • accompagnare il pasto con un adeguato quantitativo di acqua, evitando alcolici e bevande zuccherate o gassate.9,10

Donna che chiede a cameriera informazioni su alimenti aproteici in ristorante

5. Strategie per le occasioni sociali

Nonostante possa sembrare difficile conciliare una dieta ipoproteica con la vita sociale, è possibile adattare la dieta ipoproteica alle uscite fuori casa comunicando in anticipo telefonicamente le proprie esigenze dietetiche al ristorante prescelto e prendere accordi per il pasto. Si consiglia inoltre di consultare preventivamente il menu nel sito del locale e prediligere ristoranti vegani.

Nonostante questi accorgimenti, può essere utile il supporto di familiari ed amici, o se ritenuto utile, di professionisti della salute mentale per mantenere alta la motivazione alla prosecuzione della dieta.7,10,11

Bibliografia

  1. Fondazione Italiana Rene, La dieta per nefropatici: ipoproteica e non dimagrante, 2019 (Ultimo accesso 03.08.2023);
  2. Kidney Nutrition Institute, Is a VERY LOW protein right for you?, 2019 (Ultimo accesso 03.08.2023);
  3. National Kidney Foundation, Low-Protein Recipes, 2021 (Ultimo accesso 03.08.2023);
  4. National Institutes of Health (NIH), Diet; Nutrition for Adults with Advanced Chronic Kidney Disease, Ultima revisione giugno 2022;
  1. National Kidney Foundation, 6 Healthy Travel Snacks (Ultimo accesso 03.08.2023);
  2. National PKU Alliance, Chapter 10: Dining Out and Other Tips, 2011;
  3. Fondazione Italiana Rene, Malattie renali, insufficienza renale e alimentazione: il ruolo delle donne e la dieta quotidiana, 2018 (Ultimo accesso 03.08.2023);
  4. National Kidney Foundation, Nutrition Tool , 2019;
  5. National Kidney Foundation, Dining Out With Confidence, 2010;
  6. Poole G, Pinto A, Evans S, Ford S, O'Driscoll M, Buckley S, Ashmore C, Daly A, MacDonald A. Hungry for Change: The Experiences of People with PKU, and Their Caregivers, When Eating Out. Nutrients. 2022 Jan 31;14(3):626. doi: 10.3390/nu14030626. PMID: 35276985; PMCID: PMC8839894.
  7. Haeberle KN. Psychological aspects of low protein diet therapy. Blood Purif. 1989;7(1):39-42. doi: 10.1159/000169572. PMID: 2920100.

Dott.ssa Clelia Palanza
Autore

Dott.ssa Clelia Palanza

Biologa e Medical Writer, si occupa di comunicazione e content strategy in ambito medico-scientifico. La sua attività si concentra principalmente nella realizzazione di articoli per il web e organizzazione e reportistica di convegni e advisory board.