3' Lettura
Oggi si sentono nominare sempre più spesso disturbi del comportamento alimentare come anoressia, bulimia, obesità infantile, o binge eating disorder, psicopatologie in notevole aumento anche tra adolescenti e bambini più piccoli.
Ne abbiamo parlato con Federica Ambra Piacenza, Dott.ssa in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia, a cui abbiamo rivolto queste domande:
- Qual è il senso sotteso al sintomo alimentare nei bambini e nei ragazzi?
- Perché i bambini e i ragazzi sviluppano disturbi del comportamento alimentare?
- Perché si assiste alla diffusione dei disturbi alimentari nei bambini e nei ragazzi?
1. Qual è il senso sotteso al sintomo alimentare nei bambini e nei ragazzi?
In questa tipologia di disturbi, il sintomo alimentare si manifesta attraverso un complesso rapporto tra il soggetto e il cibo. Questo può significare sia privare il corpo del cibo per lunghi periodi di tempo che abbuffarsi.
Il digiuno anoressico e l’esagerata assunzione di cibo nell’atto bulimico non sono “solo” sintomi che si sviluppano in reazione ad un mondo fondato sul bisogno di raggiungere determinate caratteristiche estetiche. Questi comportamenti rappresentano vere e proprie modalità di funzionamento psicologico per cui il soggetto si serve del corpo, spesso con faticosa sofferenza, per veicolare un malessere o un dolore psichico. I messaggi veicolati attraverso il sintomo alimentare possono esprimere difficoltà profonde connesse al mondo emotivo, a quello relazionale o alle difficoltà che la crescita e la vita richiedono di affrontare.
Le variabili che possono diventare fattori di rischio nella comparsa del disturbo sono molteplici e spaziano dalle predisposizioni genetiche a caratteristiche di personalità, ma anche ad eventi traumatici o a variabili familiari e relazionali.
Puoi approfondire il tema dell'anoressia infantile con il nostro articolo "Anoressia infantile: quali i campanelli di allarme e come affrontarla".
2. Perché i bambini e i ragazzi sviluppano questi disturbi?
Fin dalla nascita, il ponte tra il Sé e l’Altro significativo (pensiamo ai genitori), è proprio l’atto nutritivo: da neonati è la mamma che ci allatta, con lo svezzamento sono mamma e papà che ci danno la pappa, è con la famiglia che ci sediamo a tavola a fine giornata. Sono anche queste azioni abituali, così come i momenti di vicinanza e affetto, che permettono al bambino, fin da piccolissimo, di strutturare una relazione positiva con il proprio caregiver. Questa, va a connotarsi come caratterizzata da momenti di scambio, di incontro e da interazioni che avvengono in un clima di dolcezza e serenità, assumendo un valore simbolico di stampo relazionale. La comparsa di difficoltà nutritive dunque, può essere spiegata dal bisogno che il bambino sente di veicolare un qualche messaggio rivolto proprio all’altro o alla relazione, nel momento in cui sperimenta che qualcosa vacilla in questo scambio.
Con la crescita poi, il soggetto incontra delle fasi di forte cambiamento fisico e psicologico, soprattutto nel periodo preburale e adolescenziale. Queste fasi richiedono una ristrutturazione nell’esperienza emotiva, nelle competenze relazionali e nell’accettazione del corpo che cambia. L’insoddisfazione corporea e l’estremo bisogno dell’adolescente di essere accettato da parte dei pari potrebbero inoltre far emergere nel ragazzo forme di controllo rispetto al corpo, tra le quali anche il sintomo alimentare. Oggigiorno, poi giocano un ruolo importante anche i social network dove gli episodi di cyberbullismo si fanno sempre più comuni con conseguenze importanti.
Altre letture, in linea con la visione del sintomo infantile, suggeriscono di riconoscere il comportamento alimentare disfunzionale come l’unico mezzo a disposizione dell’adolescente per elaborare ed esplicitare un malessere psicologico e, in quanto tale, difficile da definire. Il corpo diventerebbe dunque la voce che esprime difficoltà o dolori profondi.
In altri casi ancora, il rapporto disfunzionale con il cibo diventerebbe un vero e proprio richiamo all’altro significativo: “Attraverso il mio corpo malandato ti esprimo il mio bisogno di affetto, di vicinanza, o il mio bisogno di attenzioni.” Queste dinamiche, preoccupanti per i genitori e a volte incomprensibili, vanno a colpire nel segno e implicano spesso una ristrutturazione del funzionamento famigliare.
3. Perché si assiste alla diffusione dei disturbi del comportamento alimentare?
Rispondere è difficile. Come abbiamo visto, svariati possono essere i significati di un sintomo alimentare, così come i fattori di rischio o le dimensioni implicate. Tutte queste variabili vanno poi specificatamente ad intrecciarsi in maniera differente in base alla storia e all’unicità di ogni soggetto portatore del sintomo.
Allo stesso tempo, conoscere le dinamiche alla base dei disturbi alimentari, riuscire a volgere uno sguardo vigile alla crescita dei bambini e ai loro intimi bisogni e rivolgere l'attenzione ad interventi e pratiche preventive da parte di noi adulti (volte tanto all’educazione alimentare, quanto agli aspetti relazionali e simbolici che il cibo assume durante la crescita), possono essere i primi passi per accogliere le difficoltà dei bambini in maniera funzionale, anticipando ed evitando un eventuale comparsa di sintomatologia alimentare.
Facci sapere cosa ne pensi di questo post!