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Riconosciuta inizialmente sui reduci di guerra, la sindrome da stress post-traumatico (PTSD) è un insieme di disturbi fisici e mentali conseguenti ad un evento scioccante. Chiunque sia esposto a fatti traumatici può sviluppare la PTSD anche dopo molto tempo. Nell’articolo ti spieghiamo come riconoscere i sintomi e quali sono le terapie disponibili per ritrovare la serenità. 

Indice

  1. Che cos’è la sindrome da stress post-traumatico?
  2. Quali sono i sintomi della sindrome da stress post-traumatico?
  3. Quali sono le cause e i fattori di rischio per la PTSD?
  4. Come avviene la diagnosi della sindrome da stress post-traumatico?
  5. Strategie di trattamento e gestione del PTSD

PTSD sigla

1. Che cos’è la sindrome da stress post-traumatico?

La sindrome da stress post-traumatico (PTSD) è un insieme di disturbi di natura psicofisica scatenati da un evento che ha causato un forte shock. Si tratta pertanto di una reazione ritardata nel tempo rispetto ad uno o più fatti che sul momento possono non essere stati vissuti o riconosciuti come un trauma. 

Tuttavia, in alcune persone emozioni fisiologiche come la paura restano intrappolate nella psiche e possono emergere in tempi successivi sotto forma di incubi, flashback intrusivi, reazioni fisiche incontrollabili, pensieri ossessivi ecc. Lo stress post-traumatico è quindi una condizione di forte malessere riconosciuto tra le malattie mentali invalidanti, che per essere superata necessita di trattamenti e terapie specifiche

Dal punto di vista medico la sindrome da stress post-traumatico venne per la prima volta descritta nei reduci della guerra in Vietnam. e inclusa nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Ben prima di questo specifico evento bellico, e in particolare nei soldati sopravvissuti alle due guerre mondiali del 900, erano state riscontrate numerosissime anomale condizioni psichiatriche che oggi possiamo ricondurre proprio alla sindrome da stress post traumatico.1,2,3 

2. Quali sono i sintomi della sindrome da stress post-traumatico?

I sintomi della sindrome da stress post-traumatico sono variegati e si possono classificare in quattro sottotipi:

  • sintomi ricorrenti, consistenti in ricordi e pensieri ossessivi legati all’evento che ha causato lo shock, incubi e sogni, sensazioni fisiche che riportano a quelle vissute durante il trauma. Sono tutte manifestazioni di stress che si presentano quotidianamente;
  • sintomi di evitamento, che si manifestano in tentativi di stare alla larga dai luoghi e dalle persone che possono avere a che fare con l’evento traumatico, e nell'evitare di pensare e ricordare i fatti in questione. Si tratta  un modo per proteggersi dal riemergere dei sentimenti negativi legati al trauma;
  • sintomi di eccitazione, tra cui: reazioni di spavento inconsulte, irritabilità eccessiva, sbalzi d’umore, crisi di pianto o accessi di rabbia, comportamenti avventati e tendenza ad esporsi al pericolo;
  • sintomi cognitivi ed emotivi tra cui: senso di tristezza e di isolamento, vuoti di memoria specialmente se relativa agli eventi traumatici, apatia, sentimenti negativi e di colpa, pensieri cupi, disconnessione dalla realtà.

Questa complessa sintomatologia generalmente emerge mesi dopo i fatti che ne sono la causa, e tende a ripresentarsi o intensificarsi nel tempo, diventando costante nella vita di chi soffre della sindrome da stress post-traumatico. Si tratta di segnali fisici, psicologici e mentali che interferiscono pesantemente con la sfera privata e lavorativa, portando spesso allo sviluppo di altri disturbi concomitanti tra cui l’abuso di farmaci, cibo, alcol o altre sostanze.1,2 

 

PTSD-incubi

3. Quali sono le cause e i fattori di rischio per la PTSD?

Le cause della sindrome da stress post-traumatico sono sempre eventi che causano uno shock profondo. Può trattarsi di fatti tragici che coinvolgono più persone contemporaneamente, come: guerre e genocidi, catastrofi naturali, grossi incidenti automobilistici, navali, aerei, incendi eccetera. Più spesso si tratta però di drammi isolati, che possono essere:

  • violenze domestiche, sia di tipo fisico/sessuale che psicologico vissute direttamente o assistite;
  • episodi di violenza al di fuori dell’ambito domestico, come pestaggi e aggressioni, stupri, tentati omicidi, rapine sia vissuti direttamente che assistiti;
  • traumi fisici gravi, inclusi parti drammatici o malattie importanti;
  • qualunque incidente percepito come traumatico indipendentemente dalla sua gravità.

Si stima che circa una persona su tre che abbia subito un fatto traumatico, sviluppi in seguito la PTSD, e questo perché sono variabili le condizioni di partenza e la struttura psicologica di ogni persona. Sono più a rischio di sindrome da stress post-traumatico:

  • persone che hanno subito ripetuti traumi nel passato, ad esempio perché vittime di violenza;
  • persone che sono state esposte a fatti traumatici nell’infanzia o nell’adolescenza;
  • persone che hanno partecipato a campagne militari e azioni di guerra;
  • persone prive di sostegno familiare e di supporto sociale;
  • persone con altre patologie mentali tra cui la depressione;
  • persone esposte a drammi successivi ad un primo evento traumatico, tra cui lutti, malattie o perdita del lavoro, che ne aggravano lo stato mentale e psicologico.

Chiarito questo, chiunque, anche l’individuo più forte ed equilibrato, può sviluppare la PTSD in risposta ad eventi particolarmente tragici, cruenti, efferati in cui sia stato coinvolto da solo o con altre persone. Lo stress è generato dalla paura che si è provata in quel momento, spesso associata a terrore vero e proprio, paralisi o impotenza, e  non può essere superato con la sola forza di volontà.1,2,3,4

 

PTSD-sintomi

4. Come avviene la diagnosi della sindrome da stress post-traumatico?

La diagnosi di disturbo da stress post-traumatico spetta ad un/a professionista della salute mentale come un/a psichiatra o psicologo/a sulla base dei sintomi riferiti che devono presentarsi per almeno un mese in modo sistematico e rispettare i seguenti criteri:

  • uno dei sintomi deve essere di tipo ricorrente;
  • uno dei sintomi deve essere di evitamento;
  • due dei sintomi devono essere di eccitazione;
  • due dei sintomi devono essere di tipo cognitivo e dell’umore.

In genere i sintomi della PTSD emergono dopo almeno quattro settimane dall'evento traumatico, ma possono presentarsi anche dopo svariati mesi e persino un anno. Durante questo lasso di tempo è importante che la persona coinvolta e i familiari osservino gli eventuali cambiamenti nelle reazioni e nei comportamenti. 

On-line sono disponibili test di autovalutazione della sindrome da stress post-traumatico, ma per arrivare ad una diagnosi è necessario rivolgersi ad un/a esperto/a. Attraverso sedute e questionari strutturati secondo linee guida internazionali è possibile riconoscere i segnali di una PTSD e impostare il piano terapeutico più adeguato.1,2,4 

Sai che l’alimentazione può aiutarti a gestire meglio lo stress? Ne parliamo nell’articolo “Alimentazione e cortisolo: una dieta antistress”.

5. Strategie di trattamento e gestione del PTSD

Attualmente le linee guida per il trattamento della sindrome da stress post traumatico si basano su:

  • psicoterapia, associata o meno ai farmaci;
  • altri trattamenti non farmacologici;
  • farmaci all’occorrenza per i casi più gravi. 

La psicoterapia è pertanto la cura d’elezione per la PTSD, e può avvalersi di molte tecniche e percorsi di collaudata efficacia. Tra questi:

  • la terapia di elaborazione cognitiva (CPT), che fa parte del gruppo delle terapie cognitivo-comportamentali (CBT). Il trattamento, in più sedute, fornisce alla persona strumenti per identificare e pian piano eliminare le credenze e i pensieri non utili che rafforzano il trauma legato all’evento che l’ha causato;
  • la terapia di esposizione prolungata, sempre facente parte delle terapie cognitivo-comportamentali, che insegna ad affrontare gradualmente le paure più profonde legate agli eventi traumatici;
  • la terapia EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione tramite movimenti oculari), che consente alla persona con PTSD di rievocare il momento del trauma e superarlo “a posteriori”, come se si correggesse un compito mal scritto da bambini con le competenze grammaticali e linguistiche dell’adulto.
 

PTSD-trattamento

In associazione alla psicoterapia è inoltre utile praticare attività anti stress quali:

L’uso dei farmaci, in particolare antidepressivi come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), possono essere prescritti per sintomi particolarmente invalidanti quali l’insonnia e l’ansia. Tuttavia, le terapie farmacologiche non sono considerate risolutive per la sindrome da stress post-traumatico, la cui cura principale è rappresentata dalla psicoterapia. Importantissimo è però il supporto delle persone care. Chi non può contare su familiari o amicizie, può rivolgersi a operatori sociali e alle associazioni di pazienti.4,5 

Se vuoi approfondire il tema dello stress ti consigliamo le letture giuste nell’articolo “5 libri per sconfiggere lo stress”.

Fonti

  1. National Institute of Mental Health, Post Traumatic Stress Disorder
  2. National Health Service Overview, Post-traumatic stress disorder 
  3. Crocq MA, Crocq L. From shell shock and war neurosis to posttraumatic stress disorder: a history of psychotraumatology. Dialogues Clin Neurosci. 2000 Mar;2(1):47-55. doi: 10.31887/DCNS.2000.2.1/macrocq. PMID: 22033462; PMCID: PMC3181586.
  4. Harvard Health Publishing, PTSD: how is treatment changing?
  5. American Psychological Association, What is EMDR and what is it used to treat PTSD?

Dott.ssa Paola Perria

Autore

Dott.ssa Paola Perria

Giornalista e medical writer, si occupa, da oltre dieci anni, di contenuti divulgativi per il web focalizzati su sanità, alimentazione, stile di vita e benessere con un taglio inclusivo.