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5' di lettura

L'ipertensione arteriosa è una problematica sempre più diffusa in cui la pressione arteriosa risulta più alta degli standard ritenuti "normali" ovvero circa 80/120 mmHg.

Esistono diversi gradi che sono sempre più severi quanto più s'innalza la pressione. Purtroppo questa condizione è sempre più diffusa soprattutto nei paesi industrializzati colpendo circa il 20% della popolazione adulta

L'ipertensione è uno dei maggiori fattori di rischio per problematiche cardiache come ad esempio ictus, infarto, dissecazione dell'aorta. 

Per questo possiamo dire che riducendo i fattori di rischio per l'ipertensione si vanno a diminuire le probabilità di incorrere in eventi cardiovascolari

Nell'articolo troverai:

  1. Tipi di fattori di rischio per l'ipertensione arteriosa
  2. Fattori di rischio modificabili per l'ipertensione arteriosa
    1. Alimentazione
    2. Sovrappeso e obesità
    3. Sedentarietà
    4. Stress
    5. Fumo

Tipi di fattori di rischio per l'ipertensione arteriosa

I fattori di rischio per l'ipertensione si dividono in due grandi categorie: non modificabili e modificabili. Per quanto riguarda i primi non c'è molto da fare in quanto sono appunto NON modificabili. 

In questa categoria rientra la familiarità, l'età avanzata, il sesso maschile (nelle donne è stato osservato un rischio minore almeno fino alla menopausa grazie all'azione positiva degli estrogeni sul colesterolo "buono" HDL). 

Fattori di rischio modificabili per l'ipertensione arteriosa

I fattori modificabili sono molto interessanti dal punto di vista clinico in quanto è stata dimostrata da molteplici studi una relazione tra il miglioramento di questi fattori e la riduzione di parametri che favoriscono l'ipertensione. 

Vediamoli nello specifico. 

Alimentazione

Un'alimentazione sbilanciata e poco sana può favorire una comparsa anche precoce di ipertensione arteriosa. Vediamo nello specifico quali nutrienti sono risultati protettivi e quali invece andrebbero limitati.

  • Un consumo esagerato di acidi grassi saturi che si trovano nella maggior parte nei prodotti di origine animale (carne, salumi, formaggi) e in alcuni grassi da condimento (burro, lardo, strutto) determinano un aumento del colesterolo e non dovrebbero superare il 10% dell'apporto energetico totale. 

  • Maggiore è la concentrazione di colesterolo nel sangue circolante, maggiore è la probabilità di andare incontro a eventi cardiaci (infarto, ischemia, scompenso cardiaco, morte improvvisa) e dei vasi (ictus, vasculopatie periferiche). La quantità di colesterolo che introduciamo con i cibi influenza solo in parte i livelli di colesterolo nel sangue. Molto più importante è la composizione degli acidi grassi nella dieta e, in particolare, la quantità di grassi saturi. Pur avendo poco senso sulla base delle attuali evidenze scientifiche parlare di "dieta a basso contenuto di colesterolo", rimane comunque raccomandabile non superare un introito di colesterolo di 300 mg al giorno
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  • Consumare 5 porzioni di frutta e verdura fresca e di stagione al giorno è una sana abitudine alimentare per prevenire l'insorgenza di molte patologie croniche, incluse le malattie cardiovascolari. Entrambe sono ricche di vitaminesali mineraliantiossidanti fibre (che limitano l'assorbimento dei grassi). Grazie al bassissimo contenuto di sodio e all'elevato contenuto di potassio e magnesio, frutta e verdura contribuiscono a tenere sotto controllo la pressione arteriosa

  • La frutta oleosa come noci, mandorle, nocciole, anacardi e pistacchi, ricca di acidi grassi essenziali, vitamine, steroli e fibre, è molto utile nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. I LARN consigliano di non superare i 30 grammi al giorno poiché fornisce un elevato apporto calorico.

  • L'alto apporto di sale è uno dei principali fattori che favoriscono l'aumento della pressione arteriosa. Vi sono ormai prove convincenti per sostenere che una riduzione del sale abbassi la pressione sanguigna e riduca il rischio di morte per malattie cardiovascolari. L'obiettivo suggerito dall'Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) è di ridurre l'assunzione di sale nei soggetti a rischio almeno al di sotto di 3-5 g/die (pari a 1,2/2 g di sodio). 

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Sovrappeso e obesità

Un peso corporeo troppo elevato è stato associato a tantissime patologie e ad un aumento della pressione arteriosa. Quando viene introdotta più energia rispetto a quella consumata si ha un bilancio calorico positivo e questo determina un aumento del peso. 

Il raggiungimento e mantenimento di un peso adeguato, che rientri nei limiti della norma, contribuisce a far vivere meglio e più a lungo. Il raggiungimento di un peso corretto si ottiene attraverso una vita fisicamente più attiva (aumento delle uscite d'energia) e un'alimentazione controllata (introduzione equilibrata delle entrate d'energia).

È importante non solo ottenere un peso corretto, ma raggiungerlo gradualmente senza diete troppo drastiche che potrebbero causare il cosiddetto effetto yo-yo ovvero un costante alternarsi tra perdita e aumento di peso, molto dannoso per la salute. 

Sedentarietà

Uno stile di vita attivo ha dimostrato di essere efficace nella riduzione di moltissime patologie. Non per niente la sedentarietà rappresenta uno dei fattori di rischio per le patologie cardiovascolari e raddoppia il rischio di nuovi eventi cardiovascolari nel soggetto con problemi cardiaci.

Innumerevoli studi hanno dimostrato come l'attività fisica costante apporti tantissimi benefici all'organismo tra cui la riduzione della pressione arteriosa. 

Stress

La vita frenetica che caratterizza le giornate odierne può favorire l'aumento di stress. Questa condizione, se costante, agisce negativamente sull'organismo causando ad esempio riduzione del sonno, aumento dei battiti cardiaci e predisposizione ad un aumento della pressione cardiaca.

Fumo

Come ormai sono obbligati ad indicare gli stessi produttori di sigarette, il fumo apporta molteplici danni all'organismo. Secondo la Società Italiana di Ipertensione Arteriosa (SIIA) "il tabagismo aumenta il rischio di ipertensione arteriosa e anche il rischio di infarto cardiaco, ictus cerebrale e altre malattie delle arterie. La probabilità per un fumatore di subire un ictus è doppia rispetto a chi non fuma ed è cinque volte maggiore il rischio di avere problemi al cuore" (www.siia.it)


Dott.ssa Rebecca Regnoli
Autore

Dott.ssa Rebecca Regnoli

Laureata in Dietistica a pieni voti presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente lavora presso l’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano dove si occupa di diverse mansioni tra cui valutazione dello stato nutrizionale in pazienti ricoverati e lavori di ricerca scientifica. Inoltre svolge visite private in collaborazione con alcuni studi in centro a Milano per elaborazione di diete personalizzate a pazienti con problemi fisiologici (perdita o mantenimento del peso corporeo, diete per sportivi, gravidanza) o patologici (disturbi gastrointestinali, ipertensione, dislipidemie, diabete, allergie o intolleranze alimentari).