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La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle, a carattere autoimmune, la cui patogenesi si basa su fattori genetici e ambientali. In modo importante, anche la dieta si colloca tra le componenti coinvolte, richiedendo, nel contesto dell’approccio terapeutico, una corretta impostazione. Nell'articolo valuteremo questo aspetto, soffermandoci sulle scelte alimentari più adeguate.
Indice
- L’influenza dell’alimentazione sulla psoriasi
- Quali alimenti sono consigliati per chi soffre di psoriasi?
- Alimenti da evitare per gestire la psoriasi
- L’importanza di una dieta antinfiammatoria nella psoriasi
- Consigli pratici per una dieta sana e bilanciata
1. L’influenza dell’alimentazione sulla psoriasi
L’alimentazione può impattare sulla psoriasi favorendo o inibendo le vie dell’infiammazione. Nel concreto, ciò si traduce nel peggioramento dei sintomi oppure nell’attenuazione degli stessi. Tali effetti vengono esercitati dai cibi in ragione dei componenti apportati, acquisendo rilevanza nel complesso della dieta. Tenendo conto di una certa soggettività, l’alimentazione può impattare sull’insieme della patologia e sulle sue manifestazioni specifiche (es.: psoriasi delle unghie o psoriasi del cuoio capelluto).
2. Quali alimenti sono consigliati per chi soffre di psoriasi?
Le persone affette da psoriasi possono trarre beneficio dal consumo di alcuni gruppi alimentari, come vedremo nel prossimo elenco.
- Cibi con omega-3: i componenti in questione, gli omega-3, sono acidi grassi polinsaturi ed essenziali. Essi sono ricavabili dal salmone e dai piccoli pesci azzurri (es.: sgombri, acciughe), nelle forme bioattive EPA e DHA, ma anche da noci e semi di lino, nella forma del precursore acido alfa-linolenico (ALA). Queste molecole sono implicate nella modulazione dei processi infiammatori e immunitari, competendo con gli omega-6 (un’altra classe di acidi grassi essenziali) per gli stessi enzimi metabolici. Uno sbilanciamento verso gli omega-6 promuove un ambiente pro-infiammatorio, tanto che un rapporto omega-6/omega3 molto elevato può favorire le patologie infiammatorie autoimmuni, come la psoriasi. A tal proposito, l’assunzione di alimenti ricchi di omega-3 favorisce la produzione preferenziale di mediatori antinfiammatori ed è utile per la gestione nutrizionale della malattia.1
- Olio extravergine di oliva (olio EVO): si tratta di un alimento protagonista della dieta mediterranea. Da utilizzare preferibilmente a crudo, l’olio EVO vanta indiscutibili proprietà antinfiammatorie. Queste vengono attribuite non solo al preponderante acido oleico, ma anche ad alcuni componenti fenolici, come l’idrossitirosolo e l’oleuropeina.2
- Frutta e verdura: nel suo insieme, questo gruppo alimentare costituisce una fonte notevole di sostanze antiossidanti, come i carotenoidi. Questi ultimi, in particolare, spengono i radicali liberi e agiscono su alcuni recettori intracellulari, impattando sulle vie immunitarie e pro-infiammatorie.3 Frutta e verdura, tra l’altro, apportano anche fibre vegetali, alcune delle quali vengono fermentate nell’intestino. Il processo di fermentazione, sostenuto dal microbiota intestinale, porta alla produzione di acidi grassi a catena corta (quali acetato, propionato e butirrato), noti per lo spiccato potenziale antinfiammatorio.4
- Cereali integrali (e derivati): quando non sottoposti ai processi di raffinazione, i cereali restano “integri” nella struttura del chicco, conservando la componente fibrosa. Tale caratteristica determina, per questi alimenti, un indice glicemico più basso rispetto alla controparte raffinata, associandosi a un controllo migliore della glicemia. Aggiungiamo, a tal proposito, che esiste una correlazione documentata tra riduzione dell’indice glicemico e abbassamento dell’infiammazione.5

3. Alimenti da evitare per gestire la psoriasi
Oltre a quelli consigliabili, esistono degli alimenti da evitare o da consumare con moderazione. Ecco, di seguito, alcuni dettagli in merito.
- Cibi ad alto indice glicemico: questo gruppo generico include gli zuccheri e le fonti glucidiche raffinate, come pane bianco, biscotti, pasta (non specificatamente integrale), ecc. Mediante osservazioni sull’uomo, è stata dimostrata un’evidente correlazione tra dieta ad alto indice glicemico e livelli più elevati di molecole pro-infiammatorie.6,7
- Carni rosse: così denominate perché ricche di mioglobina, le carni rosse di comune utilizzo sono, per lo più, quelle bovine, ovine e suine. Esse si distinguono anche per l’apporto di acidi grassi saturi, il cui consumo viene associato all’aumento dell’infiammazione.8 D’altra parte, un introito minore di questi componenti può determinare un calo dei marcatori pro-infiammatori, come riportato in letteratura.9
- Burro, latticini e formaggi grassi: questi alimenti rappresentano una fonte importante di grassi saturi, per cui è preferibile limitarne il consumo.
- Alcol: l’abuso di bevande alcoliche è un noto fattore scatenante e/o aggravante della psoriasi, impattando sui meccanismi cellulari dell’immunità e interferendo con le terapie farmacologiche.10
- Cibi ultra-processati: come piatti precotti, bevande industriali, “merendine” preconfezionate, ecc. Essi si distinguono per il contenuto di grassi saturi e idrogenati, ma anche di sale, zuccheri semplici e additivi alimentari di vario genere. Nell’insieme, questi alimenti sono incompatibili con un’impostazione antinfiammatoria della dieta.
4. L’importanza di una dieta antinfiammatoria nella psoriasi
Un’alimentazione antinfiammatoria ricopre un ruolo considerevole nella gestione della psoriasi. Al di là delle singole scelte alimentari, è l’organizzazione generale della dieta a fare la differenza in termini di benefici apportati. Introdurremo, tra poco, le impostazioni dietetiche che agiscono in tal senso, senza tralasciare altri aspetti degni di nota, come la correlazione tra psoriasi e malattia celiaca.
- Dieta mediterranea: questo modello dietetico si basa sul consumo di cereali integrali, legumi e pesce, ma anche di frutta, verdura e olio extravergine d’oliva. Per le sue caratteristiche composizionali, esso vanta spiccate proprietà antinfiammatorie. Specifiche indagini sull’uomo dimostrano che l’aderenza alla dieta mediterranea, nei soggetti con psoriasi, può determinare un miglioramento tangibile dei sintomi. Al contrario, la gravità degli stessi può risultare superiore se associata a scelte alimentari non in linea con lo stile mediterraneo, come il consumo eccessivo di carne rossa.11,12 Attualmente, le raccomandazioni dietetiche per le persone affette dalla patologia si orientano verso l’applicazione dieta mediterranea, con un apporto minimo di acidi grassi saturi e un consumo più frequente di grassi “buoni” della serie omega-3.
- Dieta chetogenica: si tratta di un’impostazione dietetica ad apporto glucidico molto ridotto, finalizzata all’utilizzo dei grassi di deposito come fonte energetica primaria. La strategia chetogenica influisce sullo stress ossidativo, riducendolo, e sull’ambiente pro-infiammatorio, agendo sui processi molecolari che lo alimentano. Un approccio specifico per la psoriasi, supportato da indagini cliniche, riguarda l’applicazione di una dieta chetogenica a bassissimo apporto calorico (VLCKD). I risultati ottenuti, nello specifico, supportano le potenzialità benefiche di questo protocollo, sia per il miglioramento dei sintomi percepibili sia per il livello di alcuni valori ematici correlati alla psoriasi.13,14
- Dieta senza glutine: questo tipo di alimentazione esclude la componente proteica in questione (il glutine), presente in alcuni cereali di utilizzo comune, come la segale e il frumento. Secondo la letteratura disponibile sull’argomento, le persone affette da psoriasi presentano un rischio più elevato di subire una diagnosi positiva per malattia celiaca.15 Inoltre, alcuni dati clinici supportano i benefici di questa dieta nei soggetti con psoriasi e valori ematici riconducibili a una reattività al glutine (con o senza diagnosi di celiachia).16 Il legame tra le due patologie è complesso, e viene attribuito, tra le altre cose, a tratti genetici in comune. In definitiva, la gestione del glutine rappresenta un aspetto potenzialmente utile in alcuni pazienti, purché inserita in un contesto terapeutico più ampio.
- Impostazione ipocalorica: al di là del modello dietetico applicato (mediterraneo, chetogenico, ecc.), la restrizione calorica giornaliera, quando necessaria, rientra tra le strategie vincenti, come si evince dai dati scientifici sull’argomento. 17 La riduzione del peso in eccesso si associa, nel concreto, a una psoriasi meno grave e alla maggiore efficacia dei farmaci. In linea di massima, tali effetti vengono attribuiti alla riduzione dell’infiammazione che deriva dall’accumulo di grasso.
5. Consigli pratici per una dieta sana e bilanciata
Nell’ambito della dieta giornaliera, è possibile applicare alcuni comportamenti mirati. Nello specifico, è consigliabile tenere un diario alimentare, con lo scopo di identificare eventuali trigger della psoriasi e correggere le abitudini errate. Inoltre, le annotazioni dovrebbero tenere conto non solo della tipologia dei cibi, ma anche delle quantità e delle frequenze di consumo.
Per una gestione corretta ed efficace della dieta, è buona norma affidarsi al supporto professionale di un nutrizionista, evitando carenze e apporti sbilanciati. Ricordiamo, a tal proposito, che anche un approccio chetogenico si conclude con la reintroduzione graduale dei carboidrati.
Gli espedienti nutrizionali vengono applicati dopo l’inquadramento della patologia, a cura dello specialista dermatologo. Per conoscere l’iter diagnostico, puoi consultare il nostro articolo “Psoriasi: esami e test per una diagnosi accurata”. In accordo con il medico, la dieta può affiancarsi ad alcuni rimedi naturali di natura vegetale, così come a trattamenti di fototerapia. Si tratta, in ogni caso, di opzioni a supporto della terapia farmacologica.
Fonti
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